Si terrà oggi, dalle 12.30 un Consiglio dei Ministri che si preannuncia ricco di temi fondamentali su sicurezza, giovani e scuola.
Sul tavolo del CdM il decreto legge Sud, con “disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione e per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese”, il pacchetto sicurezza e un decreto legge con “misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile”.
Proprio quest’ultimo decreto legge potrebbe contenere novità importanti, come emerso da una bozza esaminata ieri nel pre Consiglio dei ministri. Nel testo si parla di un avviso orale, con convocazione del minore da parte del questore, che “può essere rivolto anche ai soggetti minori di diciotto anni che hanno compiuto il quattordicesimo anno di età”.
Epocale, visto il periodo storico, potrebbe essere il divieto di utilizzare “piattaforme o servizi informatici e telematici specificamente indicati nonché il divieto di possedere telefoni cellulari”. Misura applicabile per soggetti dai 14 anni di età, che risultino condannati anche con sentenza non definitiva, per delitti contro la persona o riguardanti armi e droga. Per un ragazzo che risponde a tali condizioni, e al quale è stato notificato l’avviso, il questore potrà proporre al tribunale il divieto di utilizzare telefoni cellulari.
Il minore al di sopra dei 14 anni, secondo quanto si legge nella bozza del dl, può essere sottoposto alla procedura di ammonimento da parte del questore. A questo fine il questore lo convoca “unitamente ad almeno un genitore o ad altra persona esercente la responsabilità genitoriale”. Nei confronti di chi “era tenuto alla sorveglianza del minore o all’assolvimento degli obblighi educativi è applicata la sanzione amministrativa pecuniaria da 200 euro a 1.000 euro, salvo che non provi di non aver potuto impedire il fatto”.
Nella bozza si pensa anche all’introduzione di un “percorso di rieducazione del minore, nel caso di reati per i quali è prevista la pena non superiore nel massimo a 5 anni di reclusione”. In tali casi il pm notifica al minore e all’esercente la responsabilità genitoriale l’istanza di definizione anticipata del procedimento, a patto che il minore “acceda a un percorso di reinserimento e rieducazione che preveda lo svolgimento di lavori socialmente utili o la collaborazione a titolo gratuito con enti no profit o lo svolgimento di altre attività a beneficio della comunità di appartenenza, per un periodo compreso da uno a sei mesi”.