Da oggi, martedì 19 gennaio, a Milano è vietato fumare in alcuni luoghi pubblici. L’unica possibilità è di poter fumare a una distanza di dieci metri dalle altre persone.
Stando al “Regolamento per la qualità dell’aria”, non si potrà fumare in alcuni luoghi come le fermate dei mezzi pubblici, i parchi, i cimiteri cittadini e le strutture sportive all’aperto. Un divieto importante che ha l’obiettivo di diminuire il livello di polveri sottili nell’aria.
Oltre all’inquinamento, l’obiettivo è di tutelare la salute dei cittadini sia dal fumo passivo che da quello attivo. Inizialmente la Polizia locale cercherà di spiegare a tutti i cittadini quali siano le regole, mentre contemporaneamente in alcuni dei luoghi interessati dal divieto appariranno cartelli informativi.
Trascorsi i primi giorni, però, si inizierà con le sanzioni. Secondo il provvedimento, ai trasgressori saranno inflitte multe che potranno andare dai 40 ai 240 euro.
Nel 2025 vietato fumare in tutti i luoghi all’aperto
Il divieto interesserà anche lo stadio Meazza a San Siro, naturalmente quando il pubblico potrà tornare ad assistere alle partite. Dal 2025 le regole cambieranno nuovamente.
Inizialmente infatti il Regolamento avrebbe dovuto imporre il divieto di fumo su tutte le aree all’aperto. Successivamente si è scelto di procedere per gradi.
Bisognerà attendere il 2025 per vedere questo divieto esteso a tutte le aree pubbliche all’aperto e senza nessuna forma di deroga: quindi sigarette vietate anche in strade e piazze e altri luoghi pubblici all’aperto.
Oltre al divieto del fumo, il Regolamento prevede anche lo stop ai generatori di corrente a gasolio e il divieto di utilizzare fuochi d’artificio e fare barbecue nel periodo compreso da ottobre a marzo.
Dare il buon esempio
L’esempio della Lombardia va auspicabilmente ripreso da altre Regioni e diffuso su base Nazionale.
Si dimostra che gli Italiani, come è successo nella proibizione nei cinema, alla fine si adeguano, soprattutto quando comprendono che tali orientamenti sono per il loro bene.
Questo percorso, però, non deve trovare alibi e contraddizioni da parte degli incerti e dei più resistenti.
Ci si dica quale coerenza c’è tra la decisione della Lombardia e tutto ciò che appare in maniera palese.
Nei filmati italiani e stranieri nelle serie, dove, per fatti economici, che è facile comprendere, uniti alla necessità del regista, di far assumere un atteggiamento “virile” all’attore (o meglio, spesso, all’attrice), si è infestati da immagini sepolti da nuvole di fumo.
Forse, un’azione persuasiva ad evitare che questo accada, trascinando l’emulazione del telespettatore, sarebbe opportuno.
Altrimenti, accettiamo, da una parte di avere orientamenti da plauso e dall’altro cogliamo gli aspetti negativi e “distruttivi” di certe manifestazioni, che influenzano la massa e soprattutto i giovani!