Discovery Channel presenta: “Gli Architetti del deserto”

Gli Architetti del deserto” è il titolo del documentario realizzato da Discovery e prodotto da Powderhouse Productions durante gli scavi condotti da importanti team di archeologi internazionali e sauditi, che hanno rivelato indizi che potrebbero riposizionare la comprensione globale e il significato dell’antica Arabia. Lo speciale andrà in onda in prima tv su Discovery Channel (Canale 401 di Sky) domenica 4 aprile alle ore 21.00.

Narrato nella versione originale da Jeremy Irons, vincitore del Premio Oscar®, del Tony Award®, del Golden Globe® e dell’Emmy® Award, ‘Gli Architetti del deserto’ viaggia nel passato più profondo dell’Arabia Saudita, seguendo team di importanti archeologi, sia internazionali che sauditi e uno storico locale. Essi utilizzano diverse tecnologie moderne per registrare decine di migliaia di siti e scegliendone poi alcuni da esplorare più nel dettaglio, per iniziare a dare forma a un nuovo capitolo nella storia della civiltà umana.

AlUla è una valle ricca di oasi, in gran parte sconosciuta, situata nel vasto deserto della penisola arabica nord-occidentale, un tempo prospero crocevia sulla rotta dell’incenso. E’ sede di grandi civiltà che si sono succedute per 3.000 anni. Alcuni dei più importanti scavi e rilevamenti della storia moderna si sono svolti nella regione, portando alla luce il grande passato di AlUla.

Squadre di specialisti cercano di decifrare le attività associate alle antiche strutture in pietra che sono oggetto di studio nella regione di AlUla, effettuando scoperte che aiutano ad approfondire l’eredità storica del paese e dell’antica Arabia per raccontarla ai viaggiatori di tutto il mondo.

“Gli Architetti del deserto” rivela nuove sorprendenti scoperte che ripristinano la linea temporale relativa alla formazione di società complesse. Le migliaia di misteriose costruzioni in pietra realizzate in un deserto altrimenti arido, potrebbero benissimo contenere l’anello mancante relativo al ruolo di AlUla in un importante punto di svolta nella storia dell’umanità.

Queste scoperte hanno suscitato un grande interesse da parte della comunità archeologica a livello globale e saranno spiegate in modo molto più dettagliato nei prossimi mesi con articoli e documenti, pubblicati in seguito ad una revisione tra pari, che cambieranno l’attuale comprensione del significato della penisola arabica.

Il parere di alcuni dei massimi esperti

Rebecca Foote, Director, Archaeology and Cultural Heritage Research della Royal Commission for AlUla, ha commentato: “Conosciamo già molto dei principali siti come Hegra, ma spero che il lavoro del team e questo documentario comincino a colmare le lacune nelle nostre conoscenze del tardo periodo preistorico, quando le società cominciavano a diventare più complesse. Gli archeologi hanno appena iniziato a rivelare i segreti e le storie custodite nel deserto di questo paesaggio mozzafiato: c’è molto altro da scoprire e siamo entusiasti, attraverso questo documentario, di poter condividere con il mondo sia il nostro lavoro che questo luogo”.

Gli Architetti del deserto” sarà disponibile in streaming su discovery+, la piattaforma streaming del gruppo Discovery, subito dopo la messa in onda lineare.

Henry Windridge, Senior Director: Marketing, Digital & Creative, EMEA Pay TV & Global Brands di Discovery, ha commentato: “Regno deserto incontaminato, l’Arabia Saudita ha preservato alcune delle testimonianze meglio conservate di antiche civiltà. In qualità di leader mondiale dell’intrattenimento dedicato alla vita reale, Discovery è lieta di poter continuare il suo impegno di lunga data nella regione, scoprendo la storia di questo antico capolavoro e condividendola con gli spettatori di tutto il mondo”.

Discovery nel sito archeologico di AlUla

Situata a 1.100 Km da Riyadh, nel nord-ovest dell’Arabia Saudita, AlUla è un luogo di straordinaria ricchezza culturale e naturalistica. La vasta area, che copre 22.561km², include una valle ricca di oasi lussureggianti, imponenti montagne di arenaria e antichi siti culturali risalenti a migliaia di anni fa, ai regni di Lihyan e dei Nabatei.

Il più importante sito di AlUla è Hegra, primo sito UNESCO Patrimonio dell’Umanità dell’Arabia Saudita. Distesa su un’area di 52 ettari, Hegra era la principale città della parte meridionale del Regno dei Nabatei; attualmente conta oltre 100 monumenti funerari in ottimo stato di conservazione con facciate scolpite finemente negli affioramenti di arenaria che circondano l’insediamento urbano fortificato. Le ultime ricerche effettuate suggeriscono inoltre che Hegra fosse l’avamposto più a sud dell’Impero Romano dopo la conquista dei Nabatei avvenuta nel 106.

Oltre a Hegra, AlUla è sede di affascinanti siti archeologici come l’antica Dadan, capitale dei regni di Dadan e Lihyan. Dadan è  considerata una delle città più sviluppate della penisola arabica nel corso del primo millennio a.C. Si trovano inoltre migliaia di rocce in siti di arte rupestre tra incisioni e petroglifi a Jabal Ikmah. Altri siti di grande interesse sono la Old Town di AlUla, un dedalo di oltre 900 case costruite con mattoni di fango a partire da almeno il XII Secolo. A seguire  la ferrovia di Hijaz e il forte di Hegra, luoghi fondamentali nella storia e nelle conquiste di Lawrence d’Arabia.

Discivery e la  Royal Commission for AlUla

Royal Commission for AlUla (RCU) è stata fondata per decreto reale nel mese di luglio 2017. Il fine della Commission è proteggere e salvaguardare AlUla, una regione di eccezionale ricchezza culturale e naturale situata nel nord-ovest dell’Arabia Saudita. RCU sta dando inizio ad un piano a lungo termine che crei uno sviluppo sensibile e sostenibile della regione. Sta, inoltre,  riaffermando la sua peculiarità nell’essere una delle principali destinazioni archeologiche e culturali del paese. Il processo di sviluppo di RCU della regione di AlUla prevede una vasta gamma di iniziative. Queste,  comprendono archeologia, turismo, cultura, istruzione e arte riflettendo l’ambizioso impegno dell’Arabia Saudita nello sviluppo del turismo delineato nella Vision 2030.

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Redazione

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