Dispersione scolastica: emergenza in Italia

Per dispersione scolastica si intende il mancato, incompleto o irregolare percorso scolastico da parte di giovani in età scolare e ci rientrano l’abbandono scolastico, l’uscita precoce dal sistema formativo, l’assenteismo, la ripetenza, l’accumulo di lacune e ritardi nell’acquisizione delle competenze che possono compromettere le prospettive di crescita degli studenti.

I fattori di rischio della dispersione scolastica sono la dimensione psicologica e soggettiva, la situazione socioeconomica della famiglia di origine, la carenza di spazi e servizi educativi.

Con il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) sono stati stanziati 1,5 miliardi di euro per il Piano contro la dispersione scolastica. I primi 500 milioni serviranno a finanziare progetti in 3.198 scuole con studentesse e studenti nella fascia 12-18 anni. Queste risorse verranno assegnate direttamente alle scuole, sulla base di precisi indicatori relativi alla dispersione e al contesto socio-economico.

La dispersione scolastica in Italia si attesta al 12,7%, dopo la Spagna (13,3%) e la Romania (15,3%). La percentuale di NEET (Not engaged in Education, Employment or Training) tra i 15 e il 29 anni raggiunge poi il 23,1% a fronte di una media UE del 13,1%.

In Italia, il tasso di abbandono nei licei è pari all’1,8%, negli istituti tecnici si attesta al 4,3% e negli istituti professionali raggiunge il 7,7%.  Ricordiamo che finire le scuole medie in Italia è obbligatorio, tuttavia nel 2020, +non avevano la licenzia media ben 50mila ragazzi di età compresa fra i 20 e i 24 anni. Di questi 10,6mila sono analfabeti, 15,8mila sono alfabetizzati ma non hanno mai finito e le scuole elementari, mentre 23,3mila non hanno mai terminato le scuole medie.

Inoltre la percentuale di studenti che non raggiunge adeguati livelli di lettura e comprensione del testo è passata dal 34% del 2018 al 39% del 2022, mentre in matematica si è passati dal 39% al 44%.

Save The Children sulla dispersione scolastica in Italia spiega che occorre: “sensibilizzare sull’importanza di credere nella scuola e nel ruolo fondamentale che essa ha nella vita di bambini e adolescenti”.

Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children afferma: “Nelle zone più deprivate, dove operiamo con Save the Children, tocchiamo con mano gli effetti sui bambini e gli adolescenti dell’onda lunga della crisi prodotta dalla pandemia e di una povertà che colpisce, con l’aumento dell’inflazione, in primo luogo le famiglie con bambini. Sono quartieri nei quali la scuola rappresenta un presidio fondamentale per tutta la comunità“.

Il Ministro Giuseppe Valditara ha presentato un progetto per combattere l’abbandono scolastico. L’obiettivo del Ministero è quello di costruire progetti di sviluppo particolare “per far esplodere le straordinarie opportunità che questi territori possono esprimere. La scuola è un grande bene comune per crescere e far crescere i territori. Dare opportunità ai ragazzi e far crescere l’intero Paese”. Il Ministro dell’Istruzione e del merito ha detto:  “Attraverso la scuola abbiamo la straordinaria opportunità di dare una chance di un grande successo a tutti i giovani. Facendo sì che il Paese possa sfruttare le grandi bellezze e intelligenze che ha per essere sempre un grande punto di riferimento in Italia e nel mondo”.

In un dossier dell’Istat chiamato “Noi Italia 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo” si legge che nel 2022, la quota di adulti tra i 25 e i 64 anni con, al più, la licenza media, è stimata al 37,4%. La quota è maggiore nella componente maschile (40,1%), rispetto a quella femminile (34,8%). Nel 2022, la percentuale di giovani d’età tra i 18 e i 24 anni che ha abbandonato precocemente gli studi è dell’11,5%. Nel Mezzogiorno, l’incidenza raggiunge il 15,1%. Sempre lo scorso anno, i Neet (i giovani che non lavorano e non studiano) sono stimati al 19,0% della popolazione d’età tra i 15 e i 29 anni. Nel Mezzogiorno, l’incidenza è doppia rispetto al Centro-Nord.

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