DMX: il mondo del rap e dell’hip hop in lutto. Probabile overdose e infarto

DMX, pseudonimo di Earl Simmons è morto all’età di 50 anni. Nel mondo della musica uno dei rapper più particolari anche grazie alla sua voce roca e inusuale per l’hip-hop; soprattutto per gli anni in cui divenne famoso, la fine degli anni 90.

La canzone che lo consacrò nell’olimpo della musica rap fu “Party Up” che divenne anche colonna sonora del film “Fuori in 60 secondi“. DMX con Party Up  comparve anche in tantissimi altri famosi film come ad esempio “Le ragazze del Coyote Ugly” e “Ghostbusters“. 

DMX era ricoverato in ospedale da qualche giorno a causa, dicono le prime indiscrezioni, di una presunta overdose che poi avrebbe portato alla morte dovuto a un infarto. Nella sua carriera ci sono 7 album, ma anche film e produzioni. Iniziò la sua carriera come DJ e come beatboxer così da riuscire a farsi un nome nell’ambiente del freestyle.

Il suo primo contratto discografico arriva nel 1997 che oltre al suo primo album “It’s Dark and Hell Is Hot” gli permetterà di collaborare con i grandi del rap e dell’hip-hop di quel periodo; da Jay-Z a LL Cool J fino ai The LOX.

Il ringhio roco tipico di DMX, in parte causato da una lotta per tutta la vita con l’asma bronchiale, ha reso le sue canzoni immediatamente riconoscibili. La sua vera irruzione nell’industria musicale la si deve alla rivista di cultura hip hop The Source che lo ha inserito nella sua rubrica “Unsigned Hype“. Ha sempre cercato di liberarsi dalla droga, prima tramite i centri di recupero e poi diventando anche un attivista. Ma ogni volta una causa, faceva sì fosse lei sempre a vincere.

In un’intervista DMX dichiarò “Non avevo davvero nessuno con cui parlarne. Poi spesso parlare dei tuoi problemi è visto come un segno di debolezza. Quando in realtà è una delle cose più coraggiose che puoi fare“.

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