DPCM, protesta di baristi e ristoratori da Nord a Sud

Da Nord a Sud, ristoratori e baristi si sono riuniti per una protesta contro le nuove misure. E’ iniziato tutto sui social con l’hashtag “#ioapro“, per poi darsi appuntamento a Trento in circa 250 e muoversi fino al Commissariato del Governo. Qui, tutti insieme hanno deciso di consegnare simbolicamente i loro grembiuli al Prefetto Sandro Lombardi.

“La nostra categoria in Trentino conta 3.500 aziende e le stesse hanno affrontato la pandemia cercando di rendere sicuri il più possibile i nostri luoghi”. Queste sono le parole del Presidente Fipe Marco Fontanari. Il Prefetto Lombardi ha assicurato che consegnerà i documenti ai Ministeri competenti, affinché venga fatto qualcosa di concreto per una delle categorie più colpite dai DPCM.

Protesta in tutta Italia

La protesta contro le nuove restrizioni è partita da Trento, ma hanno aderito moltissime città italiane. A Torino, il direttore dell’Epat Claudio Ferraro ha dichiarato: “Il periodo troppo lungo di limitazioni sta affossando un intero settore togliendogli la possibilità di ripartire. Non è corretto ciò che sta avvenendo perché ipotizzare limitazioni serve solo ad aggravare l’economia dei pubblici esercizi”.

Anche in Puglia, a Bari, davanti al palazzo della Prefettura è stata apparecchiata una tavola con piatti, bicchieri e posate. A capo dell’organizzazione ci sono dei ristoratori locali che hanno deciso per una protesta (pacifica) contro le restrizioni che hanno danneggiato e continuano a farlo, le attività di ristorazione e bar.

A Padova, invece, davanti alla prefettura è stato steso un lungo tappeto nero. Il gesto sta a significare le gravi difficoltà che stanno vivendo bar, ristoranti ma anche i negozi. Il Presidente regionale di Confcommercio Patrizio Bertin ha detto che “in assenza di ristori immediati, nelle prossime settimane moltissime imprese si troveranno costrette a chiudere“. Tra le accuse degli imprenditori, la nuova restrizione che prevede il divieto di fare asporto dopo le ore 18.

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