Draghi: “siamo uno stato laico…rispettiamo il Concordato”

“Il nostro ordinamento contiene tutte le garanzie per rispettare gli impegni internazionali tra cui il concordato. Ci sono controlli preventivi nelle commissioni parlamentari. Ci sono controlli successivi nella Corte costituzionale”. Lo ha sottolineato il Premier Mario Draghi nella replica al Senato. “Il governo non entra nel merito della discussione.Questo è il momento del Parlamento, non è il momento del governo” – ha precisato Mario Draghi nella replica in Aula al Senato sul ddl Zan.

La segreteria di Stato rileva che alcuni contenuti dell’iniziativa legislativa” del ddl Zan, particolarmente nella parte in cui si stabilisce la criminalizzazione delle condotte discriminatorie per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere avrebbero l’effetto di incidere negativamente sulle libertà assicurate alla Chiesa cattolica e ai suoi fedeli dal vigente regime concordatario“. Questo è scritto nella nota verbale indirizzata il 17 giugno dalla Segreteria di Stato vaticana all’ambasciata d’Italia presso la Santa sede, che l’ANSA ha potuto visionare.

 

Ci sono espressioni della Sacra Scrittura e delle tradizioni ecclesiastiche del magistero autentico del Papa e dei vescovi, che considerano la differenza sessuale, secondo una prospettiva antropologica che la Chiesa cattolica non ritiene disponibile perché derivata dalla stessa Rivelazione divina“. E’ quanto si legge nella nota verbale sul ddl Zan indirizzata il 17 giugno dalla Segreteria di Stato vaticana all’Ambasciata  d’Italia presso la Santa Sede.

Tale prospettiva – prosegue la nota verbale – è infatti garantita dall’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica italiana di Revisione del concordato lateranense, sottoscritto il 18 febbraio 1984′”. 

Qualcuno lo vede come una inaccettabile interferenza, altri come una occasione per riaprire il dialogo tra i vari fronti opposti sulla questione.

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