Lo avevamo annunciato in un nostro precedente podcast sugli effetti dela pandemia sui bambini e sui giovani Lo conferma oggi il Meyer di Firenze. Gli adolescenti che vanno in ospedale per problemi mentali o per disturbi alimentari sono in aumento. Così, all’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze spiegano che, a fronte di un calo del 40% degli accessi al Pronto Soccorso nell’ultimo anno, le richieste di aiuto per problemi di salute mentale sono saliti del 17%. Isolamento, solitudine, mancanza degli amici, scuola a disyanza, sono le cause principali dei disturbi mentali che affliggono i minori.
Un esempio che spiega inequivocabilmente l’allarme lanciato dal team di medici del Meyer. Tra gennaio e febbraio 2020, infatti, poco prima dello scoppio della pandemia, al Pronto Soccorso del l’Ospedale Pediatrico fiorentino, dicono i medici, si era registrato un solo accesso per disordini alimentari. Nei primi due mesi di quest’anno i casi sono stati ben 21.
Si impennano anche le richieste di aiuto da parte di giovanissimi con «ideazioni suicidarie»: uno solo tra gennaio e febbraio dell’anno scorso, ben 10 nei primi due mesi di quest’anno. Lo scorso 11 marzo il Corriere Fiorentino aveva dato conto dell’aumento di questi problemi tra i giovanissimi: dall’Asl Toscana Centro era emerso, ad esempio, che le visite per i disturbi alimentari per i minorenni erano quasi raddoppiate in un anno.
Ora, dal Meyer, la conferma di un quadro preoccupante: «C’è un notevole aumento dei casi di disturbi alimentari, in particolare di anoressia: ci troviamo di fronte a un aggravamento delle situazioni, ma anche a casi del tutto nuovi — dice la dottoressa Tiziana Pisano, responsabile della psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza del Meyer — Ma aumentano anche i disturbi d’ansia e di depressione, diventano più invalidanti, impediscono di avere relazioni, di fare programmi. A crescere è anche l’ansia per le malattie, la paura del contagio». Oggi, i disturbi alimentari, anoressia compresa, colpiscono anche i maschi. Non tanto quanto le ragazze, ma comunque molto più di qualche decennio fa: «Tra i maschi ci sono meno casi di disturbi alimentari, ma ricordiamo che, rispetto alle femmine, oggi sono caratterizzati da una maggiore attenzione del corpo».
La diagnosi della dottoressa Pisano è netta: «I più colpiti sono gli adolescenti e i pre-adolescenti, non per caso quelli che hanno vissuto di più, rispetto ai bambini più piccoli di loro, la didattica a distanza: all’inizio, la novità piaceva, ma poi è emersa la mancanza della scuola, dei compagni, del gruppo, delle attività che si facevano prima della pandemia. Questi disturbi hanno sempre un’origine complessa, multifattoriale, ma non dimentichiamo che la scuola è anche un luogo che dà supporto, non solo educativo, ma anche psicologico: da adolescenti ci si apre poco ai genitori, lo si fa più facilmente con i propri coetanei».
La responsabile della psichiatria del Meyer aggiunge: «Gli adolescenti non hanno l’abitudine a esprimere facilmente il dolore. In questo momento di particolare fragilità, la mancanza di relazioni acuisce i problemi. E per molti, l’interazione con pochi amici, o attraverso i social non può bastare».