È morto Alessio Paternesi, l’ultimo grande metafisico italiano

Alessio Paternesi in una delle sue ultime apparizioni pubbliche- photo credit Francesco Cozza 

 

Si è spento all’età di 84 anni, il pittore e scultore Alessio Paternesi, ultimo grande esponente della scuola romana del ‘900.

Artista di fama internazionale, sin da giovanissimo ha esposto le sue opere in tutto il mondo, e realizzato monumenti pubblici in molte città d’Italia.

Amico e attento estimatore di Matta, Rafael Alberti, forse il più vicino a Guttuso, Alessio Paternesi con la sua arte si era guadagnato amicizia e rispetto di tutti i giganti del secolo scorso, fino riuscire a guardarli dritto negli occhi.

Nativo di Civita Castellana, proprio nella campagna viterbese ha scelto di vivere gli ultimi anni della sua vita, trovando l’arcadia in una vita quasi francescana, tra le sue rose e i suoi quadri, in simbiosi con arte e natura.

Rosa per Rosa – acquerello su carta – collezione Cozza Caposavi 

Dopo il successo giovanile ed esposizioni in tutto il mondo, dagli anni ‘90 si è dedicato alla scultura con le grandi opere ed i monumenti pubblici realizzati negli ultimi dieci anni di attività, contemporaneamente alla ricerca di nuovi cicli pittorici come “I giardini Incantati” ,”Dietro le quinte” , “I sospettosi Incanti”, “Indovina la Commedia”.

Tra le sue più recenti grandi mostre antologiche, quella al museo del Vittoriano a Roma e quella al palazzo dei Papi di Viterbo per il suo settantesimo compleanno.

Di lui in molti hanno scritto, come Maria Luisa Spaziani, che compose una poesia intitolata “Ad Alessio”: “ti credevi una zattera, sei una nave meravigliosa – ti credevi un ombrello, sei un bel cervo volante – ti credevi una pietra pesante, incapace di splendere – e sei argento, sei la vetta della piramide…”.

Le mani- 1979 – olio su cartone – collezione Cozza Caposavi 

Ed ancora Rafael Alberti di lui scriveva: “La tua pittura ha l’odore della terra – sa di creta e di fango, di rugiada all’alba – d’ocre dorate, rossi cupi e silenzi – sereni che riposano – già in un cavallo, un gatto, una ragazza nuda”.

I funerali, domani, a Viterbo, alle 15,30 nella chiesa di Sant’Angelo in Spatha.

Il mondo dell’arte piange così quello che Matta definiva “L’ultimo grande metafisico italiano”.

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