L’emergere dei prodotti biologici e il focus italiano

Nel mondo 72.3 milioni di ettari di terreni sono biologici, in crescita del 1,6% in un anno, comprese le aree in conversione. Solo in Europa si coltivano 16,5 milioni di ettari. In Europa si coltiva il 23% del terreno agricolo biologico mondiale per un totale di 16,5 milioni di ettari. Numeri in continua crescita. Oltre ai terreni utilizzati per la sola coltivazione biologica, ce ne sono altri dedicati ad altre attività del settore, ad esempio aree rivolte all’apicoltura o all’acquacoltura. Le colture coltivate a biologico più importanti nel mondo sono: ulivi (0,9 milioni di ettari), caffè (0,7 milioni di ettari), noci (0,6 milioni di ettari), vite (0,5 milioni di ettari) e cacao (0,4 milioni di ettari). Anche il numero di produttori biologici è aumentato: 3,1 milioni di produttori al mondo (in crescita del 13% in un anno). La maggior parte di loro si concentra in Asia (51%), Africa (27%), Europa (14%) e America Latina (7%), con l’India come primo paese per numero di produttori. I primi tre mercati globali per vendite sono gli Stati Uniti (42% del mercato globale e 44,7 miliardi di euro) seguiti dall’Unione europea (39% del mercato globale e 41,4 miliardi di euro) e dalla Cina.

Il più alto consumo di prodotti biologici pro capite nel 2019, con 344 euro, è stato monitorato in Danimarca, Svizzera e Austria. In Italia, per il biologico si prevede un ciclo di assestamento dopo lo sforzo di crescita avutosi nel 2019. Anche l’innovazione in rapporto al biologico vive una rinnovata linfa. Un focus geografico particolarmente proficuo è il Trentino. Nella Regione proseguirà il progetto di impianto di varietà resistenti alle patologie del melo in prossimità di aree sensibili: vi saranno dedicati 50 ettari in più. L’obiettivo regionale è quello di salvaguardare le aree boscate di pregio, quali elementi di biodiversità, espressione di un paesaggio caratteristico ma fonte anche di preziosi servizi ecosistemici utili anche per il settore produttivo agricolo ed un impegno verso il mondo dell’apicoltura. Il settore si pone inoltre l’obiettivo di adottare pienamente il Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata, arricchito da nuove sezioni rivolte all’ambiente e al sociale, che porteranno tale strumento di certificazione a divenire un vero e proprio riferimento di sostenibilità misurata e dei miglioramenti prodotti, che potrà favorire e sostenere gli obiettivi di riduzione dell’uso di agrofarmaci già evidenziati nel periodo 2017-2019.

Tra le sfide più avvincenti spicca l’impiego di materiali a minore impatto e l’obiettivo di una veloce transizione verso imballaggi totalmente sostenibili già nel 2022. Negli ultimi anni quattro anni in Trentino sono raddoppiati gli ettari di frutteti biologici, passati dai 510 del 2016 ai 1.071 del 2019. I risultati del monitoraggio annuale sul livello di biodiversità confermano un profilo molto positivo di vita nel suolo, con un punteggio di 137 dell’indice QBS (Qualità Biologica del Suolo) rispetto al massimo di 160. Il Trentino potrebbe divenire un modello da imitare per l’Italia e per il contesto europeo. D’altronde, ricordiamo che il rapporto “The world of organic agricuture”, basato sui dati del 2019, prevede che la pandemia possa accelerare lo sviluppo dei mercati biologici. I consumatori, preoccupati della propria salute personale, si stanno rivolgendo sempre più al settore biologico per la cura del benessere e un’alimentazione sana per la propria famiglia.

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