Esplosione porto Beirut, ricorso ex Ministro e inchiesta sospesa

Ennesimo ricorso e inchiesta sospesa. Si replica il copione nella controversa vicenda giudiziaria libanese in merito alla devastante esplosione del porto di Beirut. I media libanesi riferiscono di un nuovo ricorso presentato da uno degli ex Ministri sotto accusa. Quindi lo stop per il Giudice Tareq Bitar.

Ancora lontani dalla verità sul tragico incidente del 4 agosto 2020 quando l’esplosione di 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio costò la vita a 220 persone. Il Giudice Bitar è nel mirino da settimane dal fronte politico guidato dagli Hezbollah filo-iraniani. Una fazione da più parti accusata di aver una responsabilità almeno indiretta nell’esplosione.

L’ultimo ricorso in ordine di tempo è stato presentato dall’ex Ministro dei trasporti Youssef Fenanios, del Partito dei Marada, alleato degli Hezbollah. Si attende ora che le istituzioni giudiziarie libanesi valutino il ricorso di Fenanios e decidano per una ripresa o una sospensione prolungata dell’inchiesta.

Al momento ci sono 9 alti esponenti delle istituzioni e dei Servizi di sicurezza libanesi sotto accusa, sempre per azione del Giudice Bitar.

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