di Cristina Di Silvio,
(Regional Director for the Capital city of Rome, Italy for United States Foreign Trade Institute)
Noi Europei non dimentichiamo che l’Europa ci appartiene!
Assieme a Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo, l’Italia è stata fondatrice
dell’Unione Europea. La Francia, in questo momento, per la tredicesima volta, guida il semestre Europeo.
La presidenza è storicamente detenuta alternativamente da ciascuno degli Stati membri ed è perciò espressione di democraticità, movimento e continua evoluzione.
Questa unione è soprattutto l’unione delle donne e degli uomini, delle genti che vivono nei territori d’Europa. Non è solo una coalizione tra Stati, come diceva Jean Monnet, uno dei padri fondatori. Noi crediamo nel senso di appartenenza e ci adoperiamo affinché sempre più forte sia questo sentire.
Il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, intervenendo all’apertura del vertice dei Capi di Stato e di Governo lo scorso dicembre a Bruxelles, ha fra l’altro sottolineato la necessità di un nuovo progetto di speranza per l’UE “che ci accomuni, un progetto che possa incarnare la nostra Unione, i nostri valori e la nostra civiltà, un progetto chiaro per tutti gli europei e che ci permetta di unirci.”
Secondo la sua visione il progetto dovrà essere costruito intorno a tre assi forti, con un’Europa che innova, che protegge e che illumina.
E dunque, fedele a questi principi, egli ci ha lasciato questo profondo insegnamento:” “Di notte serve aprire la sede del Parlamento europeo ai senzatetto perché è doloroso vedere tante persone cercare riparo dal freddo intenso agli angoli dell’edificio che ci ospita a Bruxelles“.
Questo per dire che indipendentemente dalla lingua parlata, dal credo religioso, dallo status sociale, siamo tutti europei e tutti dobbiamo adoperarci per sostenerci, tutelarci ed aiutarci gli uni con gli altri.
Siamo convinti che le nazioni debbano ancora completare la costruzione di questa unione e che l’Italia sia, e debba continuare ad essere, in prima fila poiché riteniamo che abbia la forza, la dignità e la competenza per farlo. In base alla progettazione, riteniamo che l’attuale trio presidenziale composto da Francia, Repubblica Ceca e Svezia, debba essere sostenuto dal popolo nel suo insieme.
Perciò vedere sventolare la bandiera europea su monumenti simbolo della storia delle diverse nazioni dovrebbe suscitare entusiasmo patriottico e non dovrebbe essere percepito come qualcosa di opposto alla propria identità. L’identità nazionale e l’identità europea non sono in contrasto tra loro. L’unione non è e non deve essere la dissoluzione delle nazioni, tanto meno la dissoluzione dell’identità dei loro popoli. La nazione resta nazione. Non si dissolve in Europa, non più di quanto l’identità di una donna o di un uomo si dissolva nella formazione di una coppia. E la lingua italiana non si impoverisce affatto nell’imparare anche le altre lingue. Ogni idioma è prezioso ed è un patrimonio per l’Europa tutta.
L’Unione non nega in alcun modo il sentimento di appartenenza ad uno Stato membro. Non è il nemico di alcun patriottismo. Nessuna Nazione impone i suoi fondamenti a un’altra. Ogni nazione ha la sua storia. Tutte le storie sono la storia dell’Unione.
Si tratta quindi di una identità non negata ma accresciuta, di cui possono avvalersi i cittadini di ciascuno degli Stati membri. Crediamo nella forza di un’Europa basata sull’unione dei suoi Stati e dei suoi Popoli. Siamo pronti a sostenere che il nostro destino sta nell’unione, l’unico modo per impedire agli europei di isolarsi dal resto del mondo o di dipendere solo da esso e di contare su di esso.
Per questo è fondamentale per noi far sì che i cittadini italiani facciano proprio, nel profondo, con gioia il senso di appartenere a questa doppia entità europea e italiana anche esponendo senza riserve la doppia bandiera sui nostri monumenti nazionali e governativi per cementare la forza della nostra alleanza.
Nella mia carica di Regional Director for the Capital City of Rome for United States Foreign Trade Institute, sento questo “vivere” l’Europa come del tutto naturale: infatti in ogni angolo, anche il più remoto, degli gli Stati Uniti la bandiera, da tutti venerata, è da sempre avvertita e vissuta quale emblema di unione, di legame, di un simbolo che riesce ad andare oltre, sempre.
Per quanto concerne poi la pandemia da Covid 19, dobbiamo comprendere che non si può tornare al mondo di prima. La via europea, ci ha permesso di evitare la concorrenza tra i paesi europei e impedire che paesi ricchi si accaparrassero la maggior parte dei vaccini.
Ovviamente le case farmaceutiche dovrebbero onorare i loro obblighi contrattuali, ma dovremmo anche continuare ad agevolare tutte le soluzioni pratiche di concessione di licenze.
E’ bene sottolineare che la lezione offerta dalla pandemia non potrà farci tornare al punto di partenza.
Sarebbe un errore, uno spreco di energie e non avremmo la possibilità di affrontare le sfide future. Siamo dunque chiamati a costruire una politica europea della salute, radicando competenze precise in materia nelle istituzioni dell’Unione Europea.
Il 9 maggio, Giornata dell’Europa, in ricordo della Dichiarazione di Schumann, invitiamo tutti gli europei a issare questa bandiera in alto ed a “stringerla” nel cuore con fede.
Co-auteurs :
Isabelle Lonvis Rome, magistrate
Guila Clara Kessous, enseignante chercheuse à l’université de Harvard, artiste de l’UNESCO pour la paix
Dominique Intini, dirigeant d’entreprise
Cristina Di Silvio, Regional Director for the Capital city of Rome, Italy
United States Foreign Trade Institute
Paola Bergamo – Presidente Centro Studi MB2 Monte Bianco –Mario Bergamo per dare un tetto all’Europa –
Premiers signataires :
Boris Cyrulnik, neurologue, psychiatre,
Ghada Hatem, gynécologue, obstétricienne
Jean Garrigues, historien, professeur d’université
Paola Bergamo, Presidente Centro Studi MB2- dirigente d’azienda
Benjamin Stora, historien
Guillaume Barbe, avocat
Anne Sannier, avocate
Mohamed Ketata, directeur régional Europe centrale et orientale, Agence universitaire de la francophonie
Jean-Michel Darrois, avocat
Giancarlo Elia Valori, présidente IWG, Honorable de l’académie des Sciences de l’Institut de France
Martine Timsit, magistrate
Jean-Christophe Erard, directeur général d’université
Alain Carre-Pierrat Avocat Général honoraire près la Cour de Cassation
Françoise Monard, secrétaire générale de la chaîne de l’Espoir
Jean-Pierre Rosencszweig, magistrat honoraire
Giordano Levi, Impreditore
Sophie Lonvis, clerc-rédactrice
Jacques Lonvis, médecin radiologiste
Isabelle Dréan-Rivette, magistrate
Mickaël Rivette, enseignant chercheur
Antonio Bettelli – Generale Esercito Italiano – Scrittore
Corrado Binel – Architetto
Silvano Danesi – giornalista, esperto di storia ed antropologia, filosofo
Alberto Gaffi – Editore, proprietario della Italo Svevo Editori
Giorgio Gasco- Giornalista “Il Gazzettino”
Angelo Giubileo – Giurista, filosofo, scrittore
Chiara Immordino Tedesco – doctor, co-presidente Mindilive e Presidente Fondazione Placido Immodino
Vittorio Guillion Mangilli – Presidente Circolo Culturale “La Caduta”, Intellettuale.Antonio Armellini – Ambasciatore
Andrea Mantegazza – Imprenditore Sportivo
Diego Marani – Scrittore e glottoteta, Presidente dell’Istituto Italiano di cultura di Parigi
Chicco Margaroli – Fashion Designer
Luigi Monteleone – Imprenditore
Tobia Ravà – Artista
Pietro Scurini, colonnello – Nato Defense College
Luigi Sinapi – Contrammiraglio Marina Militare Italiana – Direttore IHO Montecarlo
Alberto Sinigaglia – Giornalista “La Stampa.it”
Alexandre Tessier – Presidente ADALC –Alliance des Anciens du Lycée Chateaubriand di Roma
Maria Luisa Trevisan – Critica d’arte
Augusto Vasselli – Saggista, Presidente Nuovo Giornale Nazionale
Aurora Albina Scala – Professoressa