Eutanasia legale, al via la raccolta firme per il referendum

Con due drammi umani – quello di Mario, tetraplegico e immobile da dieci anni dopo un incidente stradale, e quello di Daniela, scomparsa il 5 giugno per un tumore al pancreas del tutto incurabile – parte oggi la battaglia referendaria per ottenere finalmente una legge sull’eutanasia.

Inizia oggi la raccolta firme per il referendum

L’Associazione Luca Coscioni, con una conferenza stampa alla Camera, ha annunciato la raccolta delle firme per la quale avrà quattro mesi di tempo, anziché tre, grazie al Decreto Legge sulle Riaperture che per i referendum presentati prima del 15 maggio, per via del Covid, concederà quest’ampliamento. I primi tavoli  a Roma e a Milano. Tuttavia, il 30 giugno saranno organizzati i banchetti in tutta Italia. L’obiettivo è raggiungere quota 500mila firme da presentare in Cassazione entro il 30 di settembre.

Sono passati due anni da quando il Parlamento lasciò scadere i tempi Ma se allora la Lega si mise di traverso, facendo arenare la discussione sulla proposta di legge sull’Eutanasia legale (cinque, in realtà, i testi presentati alla Camera), oggi parte la raccolta di firme per un referendum promosso dall’Associazione Luca Coscioni, di cui Cappato è Tesoriere. Il testo, depositato il 20 aprile scorso in Corte di Cassazione, prevede una parziale abrogazione dell’articolo 579 del codice penale (omicidio del consenziente), che impedisce la realizzazione di della cosiddetta “eutanasia attiva”


 Il tempo non c’è per chi soffre

Dice Filomena Gallo, Segretaria dell’Associazione Luca Coscioni: “Il Parlamento ignora i tempi di una persona malata che chiede di smettere di soffrire, il referendum è unica soluzione per unirsi alla battaglia di persone come Mario e come Daniela”.Nel corso della conferenza stampa tenuta presso la sala stampa della Camera dei Deputati, è stato trasmesso il video messaggio di Daniela.

Trentasette anni, pugliese, affetta da una grave forma di tumore al pancreas, avrebbe voluto poter scegliere di porre fine alle sue sofferenze: “Ho vissuto una vita da persona libera. Vorrei essere libera di morire nel migliore dei modi”.  Ma le è mancato  il tempo di andare in Svizzera.

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