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Il falso di La Russa su Via Rasella

Ignazio La Russa attaccato dalla Sinistra. Elly Schlein si è scagliata contro le parole del Presidente del Senato dopo le sue dichiarazioni sull’attacco partigiano di Via Rasella.

In una recente intervista, La Russa, ha dichiarato che l’azione partigiana non fu una “pagina nobile della Resistenza”, per poi incalzare sostenendo che i partigiani uccisero “una banda musicale di semipensionati” e non soldati nazisti.

Duri i commenti del mondo della politica. Il capogruppo Pd al Senato Francesco Boccia ha detto: “È grave che il Presidente del Senato, parli di via Rasella e della lotta partigiana nel modo in cui lo ha fatto. Siamo di fronte a un esempio di revisionismo storico che, inoltre, sposa il punto di vista dei fascisti. Non è accettabile mettere sullo stesso piano i partigiani che combattevano per liberare l’Italia e i nazifascisti”. 

Il Presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliaruolo, ha commentato: “Le parole di La Russa sono semplicemente indegne per l’alta carica che ricopre e rappresentano un ennesimo, gravissimo strappo teso ad assolvere il fascismo e delegittimare la Resistenza”. Pagliarulo prosegue ricordando: “Il terzo battaglione del Polizeiregiment colpito a via Rasella mentre sfilava armato fino ai denti stava completando l’addestramento per andare poi a combattere gli Alleati e i partigiani, come effettivamente avvenne. Gli altri due battaglioni del Polizeiregiment erano da tempo impegnati in Istria e in Veneto contro i partigiani”. 

Nicola Zingaretti, deputato del Pd, ha dichiarato: “Ignazio La Russa, con le sue idee, oggi è Presidente del Senato anche grazie a tutti i partigiani di qualsiasi orientamento e ai comunisti italiani che hanno combattuto per la libertà e hanno contribuito a costruire la democrazia. Se avessero vinto i nazisti e Benito Mussolini, di cui conserva a casa il busto, chi non la pensa come La Russa sarebbe in carcere o ucciso. Questa è la semplice verità. Bisogna ribadirlo perché la giusta lotta partigiana contro l’occupazione nazista non può essere oggetto di revisionismo”.

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