Ospite di questa nuova puntata di “L’intervista” su TFnews.it è il professor Silvio Garattini, Presidente e fondatore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano, autore di centinaia di pubblicazioni su riviste del settore a livello nazionale e internazionale e di numerosi trattati sulla farmacologia. Garattini è stato Presidente e Membro di numerosissimi Organismi nazionali e internazionali di ricerca.
Nel corso della sua lunga attività ha ricevuto numerose onorificenze fra le quali la Legion d’Onore della Repubblica francese per meriti scientifici, quella di Grand’Ufficiale della Repubblica Italiana, la Medaglia d’oro al merito della Sanità Pubblica oltre a diverse lauree honoris causa da parte di alcune Università europee. Alla Camera dei Deputati gli è stato assegnato il Premio America della Fondazione Italia USA.
Nell’intervista di Antonello Romano, Direttore Responsabile di TFnews.it, il professore parla della difficile situazione che sta interessando l’Italia è il mondo intero, in seguito alla pandemia.
Il Presidente dell’Istituto “Mario Negri”, evidenzia le difficoltà della ricerca scientifica italiana e richiama l’attenzione sulla perenne mancanza di investimenti nella ricerca da parte dei vari Governi italiani che si sono succeduti, con il conseguente gap sull’aggiornamento e l’adeguamento delle competenze tecnologiche necessarie per poter realizzare in tempi brevi un vaccino. In proposito, cita l’esempio degli USA, dove si fanno ingenti investimenti sullo sviluppo della ricerca in campo biomedico, che hanno consentito alle case farmaceutiche americane di produrre un vaccino anti Covid, sicuro ed efficace, in soli due mesi.
Allo stesso tempo, il professore sottolinea la penuria di ricercatori nel nostro paese, che detiene meno della metà della media dei ricercatori presenti negli altri stati dell’Unione Europea, risultato di una continua fuga di “cervelli” dall’Italia verso i paesi che offrono garanzie di crescita e sviluppo della ricerca scientifica.
Garattini ricorda come, nell’aprile del 2020, poco dopo l’inizio del lockdown, avesse, invano, sollecitato il Governo italiano affinché si assicurasse la fornitura dei vaccini che, viceversa, vennero prenotati molto più tardi, nel mese di novembre scorso. Lo scienziato definisce “parassitario”l’atteggiamento di parte dell’esecutivo a cui attribuisce la mancanza di una visione sul futuro della salute pubblica, e addebita alle Autorità una parte di responsabilità nei decessi delle 104 mila persone a causa del Covid-19. Secondo lo scienziato, in buona parte si sarebbero potuti salvare se si fosse stato in grado di intervenire con terapie e campagne vaccinali immediate e adeguate.
Un altro punto su cui Silvio Garattini si sofferma è l’importanza che riveste, oggi più che mai, il ruolo della comunicazione da parte del Governo nei confronti della popolazione. Secondo il professore, infatti, le Istituzioni sono più attente a fornire numeri e ad emettere ordinanze restrittive, senza soffermarsi a spiegare le motivazioni per cui vengono adottate misure contenitive del contagio, spesso molto drastiche. Garattini pone l’accento sulla condotta comunicazionale disomogenea da parte delle Autorità sanitarie, creando confusione e incertezze nel cittadino.
Il professore si esprime anche sul caso dell’opportunità o meno di aver sospeso il vaccino di AstraZeneca e sulle similitudini e differenze tra i 60 vaccini che nel mondo si trovano nella fase clinica, che dev’essere valutata dalle Agenzie regolatorie. Garattini sottolinea che il mercato farmaceutico mondiale, ovviamente, è in fibrillazione per la presenza di molti competitors che si contendono la distribuzione e la vendita dei vari vaccini e delle varie terapie farmacologiche che possono servire a combattere le fasi più gravi della malattia.
Lo scienziato parla anche della comparsa degli effetti indesiderati dei vaccini, della possibilità o meno che le complicazioni cliniche più gravi, compreso l’exitus, possano essere imputabili o meno alla vaccinazione, delle varianti se siano o non siano sensibili ai vaccini di cui disponiamo e invoca il senso di responsabilità dello Stato affinchè si faccia più in fretta nel vaccinare tutta la popolazione e si provveda, soprattutto, a dotare il paese di risorse vaccinali di scorta, in modo da essere pronti in futuro ad intervenire nel caso di eventuali nuove ondate epidemiche che non si possono escludere.
Conclude così Silvio Garattini: “La salute, la ricerca scientifica, il Servizio Sanitario Nazionale, non sono una spesa, ma sono un investimento. Se vogliamo avere un Servizio Sanitario efficiente, dobbiamo saper selezionare quello che serve da quello che non serve. Ma come facciamo se non abbiamo una ricerca indipendente e siamo vittime del mercato?”
Il professore evidenzia l’importanza degli stili di vita, che ritiene responsabili di buona parte delle malattie di cui siamo bersaglio e cita i tumori che, nel 70% dei casi, dice, potrebbero essere evitati e che invece ogni anno uccidono una media di 160 mila persone.
“Gli stili di vita sono anche la base per mantenere la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale che è un bene straordinario che non dobbiamo perdere. La malattia è il fallimento della medicina.I medici di famiglia devono agire contro le malattie e in favore della prevenzione. Le prescrizioni del medico di famiglia dovrebbero essere non solo prescrizioni di farmaci, ma anche prescrizioni di sani stili di vita.
Il professore, al termine della lunga intervista, accenna al delicato conflitto di interessi tra lo Stato che “predica bene, ma razzola male”, come quando invita a praticare uno stile di vita salutare mettendo in campo da una parte una massiccia campagna contro il fumo di sigarette e dall’altra parte incassa miliardi derivanti dalla tassazione sulla vendita dei tabacchi.