Sirene di allarme sono suonate oggi per tutta la giornata sia a Tel Aviv che a Gerusalemme.
Continua ad esserci attesa per l’azione di terra, di mare e di cielo che dovrebbe essere sferrata dalle Forze Armate israeliane.
La presenza di 199 ostaggi da parte di Hamas indubbiamente costituisce un deterrente per Israele per iniziare l’attacco ad Hamas, perché correrebbe il rischio di vedere sacrificate le loro vite dai miliziani islamici.
Questo potrebbe essere il motivo per cui l’attacco di Israele a Gaza stenta ad essere sferrato dalle Forze Armate israeliane, nonostante l’ammassamento di truppe da parte di Israele ai confini con il territorio della Striscia che è stata praticamente accerchiata, compresa la zona costiera.
Chiamata di Netanyahu alla lotta contro Hamas
Oggi il Premier Netanyahu ha invitato il mondo ad unirsi contro Hamas e rivolgendosi agli israeliani ho detto che le forze armate del paese sono in grado di poter assicurare la difesa e nello stesso tempo sono sufficientemente forti per portare a segno l’attacco contro i terroristi e nello stesso tempo porterà alla vittoria.
Gli Stati Uniti, il Qatar e l’Egitto, stanno premendo per poter trovare una soluzione diplomatica, salvare i civili che si trovano dentro la Striscia di Gaza e liberare gli ostaggi.
Intanto, dentro Gaza la stampa internazionale non è ammessa e non è ammessa neppure al valico di Rafah, che continua a restare chiuso non consentendo l’apertura del corridoio umanitario che è stato più volte sollecitato anche dagli Stati Uniti. Oggi, secondo quanto riferito dei media locali, vi è stata una breve finestra temporale in cui è stato possibile far passare alcuni aiuti da parte dell’Unicef e delle Nazioni Unite.
C’è inoltre il rischio gravissimo di un allargamento del conflitto sul fronte nord perché Israele si è rivolta direttamente al Governo libanese e non a Hezbollah, affermando che il Libano sarà ritenuto comunque responsabile del lancio di razzi, anche se avvenuti da parte di Hezbollah, segnale di un’escalation difficile da controllare.
Ferve l’attività diplomatica
Intanto, continua l’attività diplomatica internazionale e il Segretario di Stato degli Stati Uniti d’America Antony Blinken si trova a Tel Aviv per un incontro con il premier Netanyahu. Proprio mentre scriviamo giunge notizia che stato portato in un bunker a scopo precauzionale, essendo Tel Aviv, attualmente, sottoposta a un fitto bombardamento. L’incontro tra Blinken e il Premier israeliano Netanyahu, ha avuto lo scopo di fare il punto sulla situazione è verificare la possibilità dell’eventuale arrivo del Presidente Biden, che potrebbe avvenire già questo mercoledì.
Anche la Russia per voce del suo leader Vladimir Putin , rivolgendosi direttamente al Capo dell’Autorita’ Nazionale palestinese Abu Mazen, che ultimamente ha perso peso nel confronto tra Israele e Palestina, ha chiesto il cessate il fuoco, ovvero una tregua per consentire quantomeno di far giungere alla popolazione civile gli aiuti umanitari.