Gentiloni (UE) annuncia le previsioni economiche d’autunno sull’Italia

La Commissione Europea e il suo Commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, presentando le previsioni economiche d’autunno, hanno sottolineato che dopo il rimbalzo nella prima metà del 2021, il Pil italiano è destinato a continuare ad espandersi, pur incontrando alcuni venti contrari nel breve termine.  ISi stima dice la Commissione dell’UE che il Pil italiano salga a +6,2% quest’anno, prima che la crescita scenda al 4,3% nel 2022 e l’andamento dell’ economia torni ai livelli pre-crisi entro la metà del prossimo anno. In estate la Commissione aveva previsto per l’Italia un aumento del Pil del 5% nel 2021 e del 4,2% nel 2022.


I mercati del lavoro sono destinati a riprendersi e ad espandersi. Con l’attività economica che dovrebbe continuare a crescere, l’occupazione dovrebbe aumentare al di sopra dei livelli pre-pandemia e il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere al 6,5% nel 2023” – ha aggiunto Paolo Gentiloni che ha spiegato come  “la reintroduzione delle restrizioni avrebbe un impatto economico” nei Paesi Ue “anche se inferiore rispetto al passato. Seppur dovessero queste essere ripristinate – e questo accade in maniera molto limitata – in ogni caso ciò avrebbe un impatto inferiore rispetto al passato”.

La Commissione Europea scrive che “Il rapporto debito pubblico/Pil dovrebbe scendere dal 155,6% nel 2020 al 151,0% nel 2023, grazie alla ripresa economica e a un favorevole aggiustamento stock-flussi”. La crescita sarà “sostenuta dalla domanda interna”.  Anche il rapporto deficit-Pil “trainato dalla ripresa economica e dalla graduale eliminazione delle misure fiscali di emergenza del governodopo essere salito al 9,6% nel 2020, dovrebbe scendere al 9,4% nel 2021, al 5,8% nel 2022 e al 4,3% nel 2023″.

Il rapporto economico finanziario dell’UE afferma che nonostante l’impatto della pandemia sull’economia si sia indebolito considerevolmente, il Covid 19 non è stato ancora sconfitto e la ripresa è fortemente legato alla sua evoluzione, dentro e fuori l’UE.  Nell’Unione europea il rischio è particolarmente rilevante negli Stati membri con tassi di vaccinazione relativamente bassi.

In merito all’inflazione dell’eurozona l’Unione conferma che questa  si è attestata al 2,4% nel 2021 e al 2,2 nel 2022. Nel 2023 si prevede una netta discesa del tasso, al 1,4%. Più alti i livelli a livello di Unione Europea: nel 2021, 2022 e 2023 l’inflazione sarà rispettivamente al 2,6%, 2,5% e 1,6%. 

L’aumento dei prezzi dell’energia, in particolare per il gas naturale e elettricità, dovrebbero smorzare lo slancio della crescita a breve termine” – ha detto  Gentiloni , spiegando che anche le interruzioni della catena di approvvigionamento su scala globale “gravano sempre più sulla produzione nei Paesi dell’UE”, osservando che i sondaggi aziendali UE di ottobre “indicano quote senza precedenti di manager nell’industria e nell’edilizia che identificano la carenza di materiali e attrezzature come un fattore che limita la loro attività, così come la carenza di forza lavoro, salita ai massimi storici nell’industria”.  

L’impatto del Recovery sul Pil Ue fino a +1,5%  “A medio termine, i modelli di simulazione condotti dalla Commissione mostrano che il Next Generation Eu potrebbe aumentare il Pil dell’Ue fino all’1,5% durante i suoi anni di attività”. Secondo Gentiloni “queste simulazioni riguardano solo gli investimenti e non includono l’impatto positivo delle riforme strutturali, che possono aumentare sostanzialmente la crescita nel lungo periodo”.

Il  Commissario dell’UE ha sorridendo spiegato che “solo un marziano potrebbe dire che rischi politici non ce ne sono, le vicende politiche hanno un impatto ma le previsioni non possono includerli”. 

Sul rischio che l’Italia sia in ritardo sugli impegni 2021 del Pnrr,  Gentiloni ha chiarito che  “La preoccupazione c’è, perché chi conosce la difficoltà di esecuzione dei piani europei non può non tenere molto alta l’attenzione su questi rischi. Resta il fatto che il governo sta agendo con grande determinazione, con un sostegno parlamentare notevole.  E, comunque, a prescindere dalla data l’impegno è notevole. Certamente il governo sta facendo di tutto per il rispettarlo ma pochi come me sanno quanto sia difficile quest’impresa“, ha sottolineato.

“Se l’Italia, dopo aver compiuto un passo così importante, ottenesse un risultato  deludente, occorre sapere che  riproporre iniziative di questo genere diventerebbe davvero difficile. E questa è una responsabilità di ciascun Paese europeo ma sappiamo che è una responsabilità particolare per l’Italia che riceve la quantità di risorse più ampie. Noi guarderemo con grandissima attenzione e con spirito di collaborazione alla fase esecutiva del Pnrr. Dobbiamo concentrarci molto su questa sfida“-  ha assicurato il Commissario dell’UE.

Dopo il crollo del 10,3% del 2020, l’occupazione in Italia quest’anno recupererà il 5,9%, nel 2022 il 4% e nel 2023 salirà ancora del 2%, ma è in ritardo rispetto alla crescita della produzione, poiché la carenza di manodopera in settori specifici, in parte legata al disallineamento delle competenze, è destinata a ostacolarla nonostante la debolezza del mercato del lavoro. E’ quanto si legge nelle stime d’autunno della Commissione Europea. Il tasso di disoccupazione italiano salirà quest’anno al 9,8% dal 9,2% del 2020, per poi scendere al 9,3% nel 2022 e al 9,2% nel 2023, tornando ai livelli del 2020.

I livelli di crescita in Italia non li vediamo da decenni. Sappiamo però che sono anche il frutto di una caduta dell’economia italiana che non avevamo mai visto dopo la guerra. La sfida è di rendere questi ritmi di crescita così positivi, duraturi sostenibili. E bisognerà farlo con il programma di riforme e di investimenti che si basano anche sull’enorme ammontare di risorse comuni europee” – ha sottolineato Gentiloni.

I freni alla crescita vengono per il momento dalle catene distributive della logistica – ha spiegato il Commissario Ue – , ci sono alcuni settori dell’industria che fanno fatica ad avere i ritmi che potrebbero avere per mancanza di semiconduttori o di materiali per l’edilizia. C’è il rischio che la scarsità di gas produca aumenti dei prezzi dell’energia, ma molti governi, tra cui quello Italia, hanno risposto a misure di sostegno per le fasce più vulnerabili“.

Nelle previsioni economiche d’autunno si prevede che il Pil della Germania chiuderà il 2021 al 2,7%. In luglio la commissione stimava che Berlino chiudesse il 2021 con un Pil al 3,6%. Rivisto al ribasso per il 2021 anche il Pil della Spagna (4,6% nelle stime d’autunno rispetto al 6,2%) di quelle estive. La Francia, come l’Italia (Pil al 6,2% secondo le stime autunnali che in estate si fermavano al 5%), vede invece una revisione al rialzo delle stime UE: Parigi chiude l’anno con il 6,5% rispetto al 5 previsto in estate.

A guidare la classifica UE del Pil nel 2021, secondo le stime della Commissione, è l’Irlanda con un balzo  al 14,6%, seguita dall’Estonia al 9 e dalla Croazia all’8,1%. La crescita del Pil minore è proprio quella della Germania (2,7%), seguita da Repubblica Ceca (3%), Finlandia (3,4%) e Slovacchia (3,8%).

Nettamente migliori della media UE del 5% sono anche i tassi di Ungheria (7,4%), Grecia (7,1%) e Romania (7%). Tre invece i Paesi che, nonostante la crisi Covid, non hanno superato il tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil: Lussemburgo, Svezia e Danimarca. Sul fronte opposto, a guidare la classifica del deficit sono Malta (11,1%), Grecia (9,9%) e Lettonia (9,5%), seguiti in quarta posizione dall’Italia (9,4%).

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Redazione

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