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GIMBE: “DEF, spesa sanitaria in calo nel 2023. Nel 2024 aumento illusorio”

Lo scorso 9 aprile il Consiglio dei Ministri ha approvato il DEF 2024 in forma “semplificata”. Nel documento sono contenute sole stime tendenziali calcolate sulle norme in vigore, senza stime programmatiche. Quelle arriveranno solamente dopo il nuovo Patto di Stabilità.

Rispetto alle previsioni di spesa sanitaria sino al 2027 – afferma Nino Cartabellotta Presidente della Fondazione GIMBE – il DEF 2024 certifica l’assenza di un cambio di rotta e ignora il pessimo stato di salute del Servizio Sanitario Nazionale. I princìpi fondamentali di universalità, uguaglianza ed equità del SSN sono stati traditi“.

Le conseguenze di ciò, secondo Cartabellotta, condizionano la vita delle persone, in particolare delle fasce socio-economiche più deboli e dei residenti nel Mezzogiorno.

Relativamente alla spesa sanitaria, la Fondazione GIMBE ha fornito analisi indipendenti sul consuntivo 2023 e sulle stime per l’anno 2024.

Il DEF 2024 certifica per l’anno 2023 un rapporto spesa sanitaria/PIL del 6,3% e, in termini assoluti, una spesa sanitaria di € 131.103 milioni. Oltre € 3.600 milioni in meno rispetto a quanto previsto dalla NaDEF 2023. “Tale riduzione di spesa – spiega il Presidente – consegue in larga misura al mancato perfezionamento del rinnovo dei contratti del personale dirigente e convenzionato per il triennio 2019-2021, i cui oneri non sono stati inputati nel 2023 e spostati al 2024. In misura minore hanno inciso le spese per contrastare la pandemia, che sono state inferiori al previsto“.

Rispetto al 2022 la spesa sanitaria nel 2023 si è ridotta dal 6,7% al 6,3% del PIL e di € 555 milioni in termini assoluti.

Il rapporto spesa sanitaria/PIL nel 2024 sale al 6,4% rispetto al 6,3% del 2023. In termini assoluti la previsione di spesa sanitaria è di € 138.776 milioni. Sostanzialmente € 7.657 milioni in più rispetto al 2023 (+5,8%). “In realtà – precisa Cartabellotta – l’altisonante incremento di oltre € 7,6 miliardi stimato per il 2024 è illusorio. In parte è dovuto al un mero spostamento al 2024 della spesa prevista nel 2023 per i rinnovi contrattuali 2019-2021. La restante parte è dovuta agli oneri correlati al personale sanitario dipendente per il triennio 2022-2024 e all’anticipo del rinnovo per il triennio 2025-2027. Una previsione poco comprensibile, visto che la Legge di Bilancio 2024 non ha affatto stanziato le risorse per questi due capitoli di spesa“.

Il DEF 2024 – chiosa il Presidente – conferma che, in linea con quanto accaduto negli ultimi 15 anni, la sanità pubblica non rappresenta affatto una priorità neppure per l’attuale Governo. In tal senso, la comunicazione pubblica dell’Esecutivo continua a puntare esclusivamente sulla spesa sanitaria in termini assoluti. Spesa che dal 2012 è quasi sempre aumentata rispetto all’anno precedente. Non si punta sul rapporto spesa sanitaria/PIL, che documenta al contrario un lento e inesorabile declino. L’Italia si colloca prima tra i paesi poveri dell’Europa e ultima del G7“.

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Redazione

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