Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

Ogni 21 marzo viene commemorata la “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie“. Come è nata? Durante il primo anniversario della strage di Capaci. C’è anche Don Luigi Ciotti sul luogo del dolore. Prega, in silenzio. Quando, all’improvviso, si avvicina una donna: si chiama Carmela, è vestita di nero e piange. La donna prende le mani di Don Luigi e gli dice: “Sono la mamma di Antonino Montinaro, il capo scorta di Giovanni Falcone. Perché il nome di mio figlio non lo dicono mai? È morto come gli altri”.

Carmela ha una sofferenza infinita, aumentata dal fatto che, in quel primo anniversario della strage, la memoria di suo figlio Antonio e dei suoi colleghi Rocco e Vito, veniva liquidata sotto l’espressione “i ragazzi della scorta”. Proprio per questa identità negata nasce, il 21 marzo, primo giorno di primavera, la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Nasce dal dolore di una mamma che ha perso il figlio nella strage di Capaci e non sente pronunciare da nessuno il suo nome. Nessuno. Un dolore insopportabile se alla vittima viene negato anche il diritto di essere ricordata con il proprio nome.

Il 21 marzo: perché in quel giorno di risveglio della natura si rinnovi la primavera della verità e della giustizia, perché solo facendo memoria si getta il seme di una nuova speranza. Ogni piazza, il valore e la testimonianza dell’esserci. Ogni città, un ricordo e una denuncia. Oltre il 70% delle famiglie delle vittime non conosce la verità sulla morte dei propri cari.

Quest’anno la manifestazione si svolge a Napoli, che sarà la “piazza” principale, ma simultaneamente, in centinaia di luoghi in Italia, Europa, Africa e America Latina, la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie verrà vissuta attraverso la lettura dei nomi delle vittime, saranno ascoltate le testimonianze dei familiari. L’obiettivo è un coinvolgimento ampio di tutto il territorio nazionale con collegamenti internazionali: per le istituzioni e per la società civile sarà occasione per lanciare un segnale concreto di impegno comune contro le mafie e la corruzione.

Perché Napoli? Perché vuol dire dare importanza a quei luoghi dove le organizzazioni criminali fanno oggi uso della violenza per uccidersi, uccidere vittime innocenti, impaurire le donne e gli uomini, configgere tra loro per fare affari e riorganizzare assetti di potere. Napoli è una delle città con più vittime innocenti negli ultimi anni. Giovani ragazzi che hanno perso la vita per mano della violenza camorristica. Giovani dei quartieri popolari uccisi per una guerra fatta per il controllo della droga e del racket.

Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto celebrare con le sue parole, questa Giornata: “Memoria è impegno. Onorare chi ha pagato con la vita il diritto alla dignità di essere uomini, opponendosi alla disumanità delle mafie, alla violenza, alla sopraffazione contro la propria famiglia, la comunità in cui si vive. Memoria è richiamo contro l’indifferenza, per segnalare che la paura si sconfigge con la affermazione della legalità. Perché combattere le mafie significa adempiere alla promessa di libertà su cui si fonda la vita della Repubblica, e che la criminalità organizzata tenta, in ogni modo, di calpestare e opprimere. La Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie risponde a un bisogno profondo di verità e di giustizia, e costituisce una chiamata preziosa per l’intera società, in particolare per i giovani, che hanno diritto a un futuro libero dalla aggressione della criminalità e che sono chiamati a costruirlo a partire dalla loro quotidianità. Desidero esprimere la mia vicinanza a quanti si ritroveranno nella manifestazione nazionale a Napoli e nelle altre piazze italiane per ripetere gesti insieme semplici e esemplari. Crescita civile e affermazione dei diritti si affermano con il consolidarsi della partecipazione dei cittadini. Sconfiggere le mafie è possibile: lo testimoniano i risultati dell’azione senza sosta delle Forze di Polizia, della Magistratura, della società civile. Le mafie cambiano pelle, centri di affari, modalità organizzative. Si insinuano nelle attività legali, e ogni sottovalutazione può aprire varchi alla penetrazione criminale. Istituzioni, forze economiche e sociali, comunità territoriali, singole persone: tutti sono chiamati all’impegno per contrastarla e sconfiggerla a tutela degli spazi di civiltà”.

 

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