Giulio Regeni: da sette anni si aspetta la verità sulla sua morte

Il 25 gennaio 2016, quinto anniversario delle proteste di piazza Tahir, scompare Giulio Regeni, dottorando all’Università di Cambridge. È torturato e ucciso in Egitto, Paese governato dal regime del Generale Al-Sisi, dove i diritti umani sono sempre più violati.

Il corpo di Giulio viene ritrovato lungo il ciglio dell’autostrada ‘Il Cairo- Alessandria’, il 3 di febbraio. Da  subito non c’è chiarezza sulle cause della morte e fino ad oggi, sul versante delle indagini, non sono emerse grandi novità. Uno stallo che è anche politico.

I recenti incontri con il Presidente egiziano

Nei giorni scorsi il Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, ha incontrato  il Presidente egiziano Abdel Fattah Al- Sisi e con un post su Twitter ha dichiarato di aver “chiesto e ricevuto rassicurazioni per forte collaborazione sui casi di Giulio Regeni e Patrick Zaki”. Parole, quelle del titolare della Farnesina, che non sembrano aver convinto i parenti di Giulio.

In un’intervista al quotidiano La Repubblica i genitori di Giulio Regeni, Paola e Claudio, chiedono di porre un freno alle “finte promesse”: “Non abbiamo aspettative, noi pretendiamo, verità e giustizia, come azioni concrete. Pensiamo sia oltraggioso questo mantra sulla ‘collaborazioni egiziana’ che invece è totalmente inesistente”. Aggiungono poi: ”Per noi è sempre il 25 gennaio, il giorno in cui Giulio non è tornato a casa. E anche il prossimo sarà molto amaro”.

In ricordo di Giulio

Intanto a Fiumicello, a casa Regeni, ci si prepara ad accogliere mercoledì 25 l’’onda gialla’, una giornata tra gli altri con Marco Paolini, Ascanio Celestini, Carlo Lucarelli, Pif . Alle 18.15 partirà la “Camminata dei Diritti” una fiaccolata silenziosa, con arrivo al Piazzale dei Tigli dove si farà un minuto di raccoglimento. Anche Amnesty International continua con la campagna rappresentata dallo striscione giallo ”Verità per Giulio Regeni”.

Sul sito di Amnesty si legge:”Verità per Giulio Regeni è diventata la richiesta di tanti enti locali, dei principali comuni italiani, delle università e di altri luoghi di cultura del nostro paese che hanno esposto questo striscione, o comunque un simbolo che chieda a tutti l’impegno per avere la verità sulla morte di Giulio.”

 

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