I Ristori non bastano, Governo valuta nuovo deficit 2020

Il  Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri  confida  nella spinta in arrivo di un ulteriore blocco di provvedimenti: la manovra da 38 miliardi, i decreti Ristori uno e bis per un totale di 7,5 miliardi. Poi c’è da tenere conto del prossimo scostamento, che dovrebbe valere circa  20 miliardi.

In attesa del Recovery fund, il Governo deve fare i conti con le risorse disponibili e da soli non sono sufficienti  a “traghettare il Paese verso la fase del rilancio dell’economia”, come ha detto Gualtieri e a dare una mano alle aziende colpite dai provvedimenti.

Questi ulteriori  20 miliardi dovrebbero servire per interventi da mettere in campo nel 2021 e potrebbero servire a rendere più efficaci i Ristori uno e bis e magari a finanziare un Ristori ter a breve. Per questo già si parla di un possibile, ulteriore, scostamento, magari ad una cifra.

Come sempre però l’economia fa pendant, ahi noi,  con la  politica. Il nuovo deficit deve essere, infatti, approvato in Parlamento con la maggioranza assoluta e soprattutto al Senato,  dove lo scostamento potrebbe essere votato già la prossima settimana e come si sa  i numeri non sono favorevoli ai giallo-rossi.  Per questo, il governo punta a limitare le votazioni a rischio e dell’argomento sembra che se ne occuperà il prossimo  Consiglio dei Ministri.

Tuttavia la reazione di  Confindustria e dei Sindacati non è del tutto in sintonia  con il Governo. “Le risorse stanziate non sono sufficienti a evitare chiusure e fallimenti a catena”, ha detto il Presidente degli industriali Carlo Bonomi ed anche la sua controparte, i Sindacati Cgil, Cisl e Uil contestano le decisioni del MEF: “le risorse previste per una giusta riforma fiscale appaiono non sufficienti”.

Dal canto suo il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, avverte: “Le autorità fiscali e monetarie dovrebbero continuare a fornire sostegno. Ritirare il sostegno troppo presto o un mancato intervento tempestivo potrebbero frammentare la ripresa”. Che il dialogo fra governo e sindacati non fili liscio lo dimostra lo sciopero della Pubblica ammnistrazione indetto per il 9 dicembre, per protestare contro la mancanza delle necessarie risorse per lavorare in sicurezza, per avviare la stabilizzazione del precariato.

Ma non basta: anche la Ministra della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, accusa: “Qualcuno pensa di bloccare l’Italia e mettere a rischio la già fragile tenuta sociale”.

Malgrado sia passato un giorno dal varo definitivo in Consiglio dei Ministri, la Camera dei Deputati  attende ancora di leggere il Bilancio. L’iter parlamentare è comunque già scandito: comincerà lunedì, con le audizioni di Gualtieri, dei Sindacati e delle Associazioni di categoria, compresa Confindustria. Mentre martedì toccherà a Bankitalia e Corte dei Conti.

Sono certo che nella Commissione Bilancio il clima sarà positivo – ha detto il Presidente, Fabio Melilli (Pd) – Tutte le sollecitazioni che ho ricevuto dalle forze politiche vanno in questa direzione”.

Al Senato, invece, l’iter dei DL Ristori in commissione congiunta Bilancio e Finanze inizia mercoledì. Ci sono sul tavolo quasi 3 mila emendamenti che potrebbero comportare uno slittamento. La maggior parte delle richieste di modifica, circa 2 mila, è delle Opposizioni, mentre tra quelle della  maggioranza, c’è quella del una del PD che vuole che il requisito della perdita di fatturato per accedere ai contributi a fondo perduto non venga calcolato sul solo mese di aprile 2020 rispetto ad aprile 2019 – come avviene adesso – ma su un periodo più lungo che vada da aprile a settembre 2020, o da aprile a giugno 2020, rispetto allo stesso arco di tempo dell’anno precedente.

In attesa del varo definitivo dalle Camere, i soldi stanziati dai provvedimenti sono cominciati ad arrivare. Il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha spiegato che finora sono stati erogati contributi a fondo perduto per 7,6 miliardi di euro, tra quelli previsti dal decreto rilancio e dal primo decreto Ristori.

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