Il CdM ha approvato la nuova Riforma Fiscale

Giorgia Meloni, ha definito la riforma fiscale come una  “vera e propria svolta per l’ItaliaÈ una riforma epocale, strutturale e organica- ha detto sui social – : una rivoluzione attesa da 50 anni con importanti novità a favore di cittadini, famiglie e imprese. Con il nuovo Fisco delineiamo una nuova idea di Italia, vicino alle esigenze dei contribuenti e attrattivo per le aziende.

“Le nuove regole – dichiarano dal  Ministero dell’Economia – saranno operative entro 24 mesi dall’entrata in vigore della legge delega e vanno nella direzione di semplificare e ridurre la pressione fiscale, favorire investimenti e assunzioni”. Già perché sul fronte delle imprese ci sarà una graduale eliminazione dell’Irap e una riduzione dell’attuale aliquota Ires per chi investe e\o assume. La riforma punta a instaurare un rapporto tra contribuenti e amministrazione finanziaria nella logica di un dialogo. Così che prende forma il ‘Fisco amico’. Nel quale però opposizioni e i sindacati, che già evocano la piazza, vedono solo condoni e favori ai più ricchi.

Io mi sono rotto le scatole – afferma il Segretario Cgil, Maurizio Landini non ci sto più che sono io che pago le tasse anche per quelli che non le pagano, quando le potrebbero pagare più di me”.

Il provvedimento, suddiviso in 5 parti e 20 articoli (nell’ultima bozza entrata in consiglio saltano i due articoli dedicati ai tributi regionali e quelli locali), punta a ridisegnare l’intero sistema, dai tributi ai procedimenti e sanzioni, fino ai testi unici e codici. Per renderlo operativo si dovrà attendere  l’approvazione del testo-cornice dal Parlamento e poi il varo dei Decreti delegati che dovranno contenere anche le opportune ‘coperture’ finanziarie, che in parte saranno garantite dalla revisione delle attuali 600 tax expenditures: sconti, agevolazioni, bonus che saranno rivisti. La riforma parte dalla rivoluzione dell’Irpef, con la riduzione delle aliquote da 4 a 3. Le due ipotesi non indicate nella delega sono: 23%, 27% e 43% o 23%, 33%, 43%.

La flat tax per tutti resta un obiettivo di legislatura e  per i dipendenti arriva la flat tax incrementale. Per le imprese arriva la nuova Ires a due aliquote per far pagare di meno chi più assume ed investe; si punta poi al graduale superamento dell’Irap con priorità per le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti.

Ci sarà il concordato preventivo biennale e un rafforzamento dell’adempimento collaborativo: “si riscrivono le regole della lotta all’evasione fiscale – scrive il Mef – che diventa preventiva e non più repressiva“. Il Governo vuole anche rimettere mano a tutto il sistema delle sanzioni penali e si userà un occhio di riguardo per chi si trova impossibilitato a pagare il tributo per fatti a lui non imputabili: nella valutazione della rilevanza penalee del fatto si terrà conto anche dei casi in cui siano stati raggiunti accordi in sede amministrativa e giudiziaria.

Ci sarà la possibilità di  un alleggerimento delle sanzioni penali, in particolare quelle connesse al reato di dichiarazione infedele, per le imprese che aderiscono alla ‘cooperative compliance’, e che hanno tenuto comportamenti non dolosi e lo comunicano tempestivamente al Fisco. Un altro effetto premiale per chi aderisce all’adempimento spontaneo è poi l’ulteriore riduzione delle sanzioni amministrative (che può arrivare fino all’integrale non applicazione) per i rischi di natura fiscale comunicati preventivamente in modo “tempestivo ed esauriente“.

Della riforma, sostiene il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, “c’è necessità e da cittadino rilevo come un buon segno”il fatto che si tratti della prima volta, dopo molto tempo, che una riforma fiscale arriva a inizio legislatura“.

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