Il più grande museo contemporaneo diffuso d’Italia è nella Tuscia

Il 2023 sembra aver dato una ventata di contemporaneo in tutta la Tuscia, ovvero quella grande fetta di Etruria Meridionale che insiste nel nord Lazio, come un dente tra Umbria e Toscana.

In pochi mesi infatti, moltissime nuove realtà nell’ambito dell’arte contemporanea, si sono aggiunte ad altre che già si agitano da diversi anni, in un territorio che si è da sempre distinto per la sua cultura, sin dalle antiche civiltà pre-etrusche.

Distratti come siamo dall’effimero, da una grandinata incessante di piccoli e grandi eventi sparsi in tutta la Nazione, nella continua esigenza di scoprire e affermare nuove (o vecchie) ricerche, si è molto ridotta la nostra attenzione nei confronti di qualcosa di straordinario, che muove e agita un intero territorio, quasi come in un coro coordinato di artisti e mecenati dei nostri giorni. Può così accadere che non sia data quasi notizia di un lembo di terra che ad oggi, costituisce il museo contemporaneo diffuso più grande d’Italia.

Come una fucina di idee e progetti, questa terrà continua a innovare, e a innovarsi, non più solo per le bellezze tramandate dai popoli italici, poi dai romani, sino allo Stato Pontificio: la Tuscia è oggi Repubblica, ma una “Repubblica Contemporanea”.

photo courtesy Maddalena Mauri

VILLA LAIS – SIPICCIANO

Tra le realtà più veterane troviamo la Galleria Trecinque, di Maddalena Mauri e Marco Scopigno. Lei artista, lui farmacista, ma uniti da un’unica passione: rendere l’arte fruibile ai più. Quando hanno iniziato molti anni fa a Rieti, con la prima Galleria, erano quasi dei “pionieri” di questo settore. Hanno ospitato mostre di artisti che oggi espongono nei più blasonati musei d’Italia, come Luca Padroni.

Qualche anno fa si sono stabiliti a Sipicciano, nella provincia di Viterbo, dove hanno acquistato un’antica Villa settecentesca, Villa Lais, e qui hanno stabilito la loro nuova sede. La Villa ha un parco secolare, e dei casali pertinenti alla stessa, dove si ospitano mostre, presentazioni di libro ed eventi culturali.

L’ultimo evento realizzato a Villa Lais, è stata la mostra del fotografo d’interni Paolo Abate, che ha mostrato come nella sua crescita artistica abbia virato fuori dall’etichetta dell’interior, verso qualcosa di nuovo e di “animato”, abbracciando la quotidianità delle cose, delle persone che usano e muovono cose, dove le cose sono le protagoniste e le persone “il mezzo che le anima”. Per info su Villa Lais visitare la pagina instagram @villa.lais

photo courtesy Antonio Arèvalo

IL MICRO MUSEO TORRE ENEL DI SIPICCIANO

Sempre a Sipicciano, incontriamo Antonio Arèvalo: cileno, critico d’arte, poeta, ma soprattutto curatore d’arte. Da molti anni residente in Italia, Antonio ha trovato a Sipicciano la sua “terra promessa”, dopo una vita tra il Cile e Roma, tra l’arte dei grandi spazi contemporanei e la diplomazia (è stato anche addetto culturale per il Cile in Italia).

Molti anni fa, dalle rovine della torre medievale del castello di Sipicciano nacque la torre Enel. Antonio ha invece raccolto le rovine della torre Enel, abbandonata negli anni ’70, per farvi un museo: il Micro Museo della Tuscia.

L’idea è quella di ospitare un artista al mese, ed inaugurata da Ivàn Navarro, sta facendo  molto parlare di sé. La volontà del curatore e proprietario di questo gioiello, è quella di promuovere anche il lavoro di giovani artisti “che non sono parte di un sistema”, perché come afferma Arèvalo: “vorrei essere un compagno di strada per loro”.

Varcare la soglia di una torre significa entrare in un nuovo punto di vista. Un punto di vista tradizionalmente rivolto verso l’esterno, verso l’infinito. È per questo che nasce una torre, per vedere al di là del palmo del proprio naso. Una torre nasce per chi guarda la luna e non il dito, proprio come Antonio Arèvalo, che però ha superato anche la funzione più classica di questo edificio, facendo compiere ai visitatori un percorso al contrario: un punto di vista esterno-interno, quasi come degli esclusi-inclusi.

È un viaggio introspettivo, dove il palcoscenico di questo teatro è il cuore della torre, per secoli adoperato come mero mezzo per raggiungere lo sguardo al di fuori.

La Torre di Sipicciano ci insegna a vedere  fuori, ma guardandoci dentro.

Per info: https://www.palimpsestoproject.net/micromuseo/

I GIARDINI SEGRETI DELLA TUSCIA: LA SERPARA, TERR’ARTE, GRANCARO

Tra i più antichi e noti giardini storici della Tuscia, nascono qua e là anche alcuni giardini contemporanei.

photo courtesy sito web Ministero dei Beni Culturali

LA SERPARA – CIVITELLA D’AGLIANO

In ordine cronologico, il giardino de LA SERPARA è sicuramente la realtà più consolidata nel tempo sul territorio, con decenni di attività, Paul Wiedmer e sua moglie scoprirono questa valle più di trent’anni fa. Attualmente copre uno spazio di circa 4 ettari, dove amici-artisti della coppia vengono invitati a creare uno sviluppo artistico che continua a crescere in sintonia con il territorio.

I visitatori che arrivano, percorrendo una tortuosa strada provinciale, si immergono in un nuovo mondo, dove è possibile godere con tutta calma di arte e natura. Per info: https://www.serpara.info/

photo courtesy Sandro Scarmiglia

TERRARTE – BLERA

A Blera invece, l’artista Sandro Scarmiglia ha creato nel giardino della sua casa colonica una sorta di WonderKammer dell’arte contemporanea: Bronzi, ceramiche, materiali di risulta e pietre lavorate da artisti da ogni parte d’Europa, guidano il visitatore in un percorso onirico tutto contemporaneo. Per info: https://www.terraarte.it/

Laddove sorge un ulivo, si può trovare un opera del maestro Timossi, o in un prato tagliato ad arte un disegno su concessione di Pistoletto. Genius loci del luogo è Sandro, un artista, ma anche “host per artisti bucolici”, per genii che qui hanno scelto di lasciare il loro segno, stupendo il visitatore con delle opere che sposano la terra, quasi come in un corteggiamento dell’opera dell’uomo  sulla natura.  Per info: www.terrarte.it

photo courtesy Mario Cozzi

GRANCARO – BOLSENA

E se il tocco dell’uomo spesso distrugge, nella Tuscia crea, aggiunge, sposa. È il caso di un altro giardino segreto, che ha due anime: una lacustre ed una agreste:  il Grancaro di Bolsena

Nato dall’idea di Lorenzo Cozza Caposavi,  e con la curatela di Francesca Perti e Mara Van Wees, quest’azienda agricola presenta un unicum nel suo genere: circa un kilometro di “fronte lago”. Più che un giardino è un vero e proprio parco, decine di ettari tra boschi e seminativi degradanti verso il lago, capace di accogliere migliaia di visitatori ogni anno.

Inaugurato l’ scorso anno, è proprio nel 2023 che ha visto il suo vero e proprio sviluppo, con circa 30 artisti ed un unico fil-rouge: una riflessione profonda su un tratto di costa rimasto miracolosamente intatto nel suo paesaggio agricolo e arcaico. Questo sito archeologico (si! ha anche un villaggio villanoviano antistante, abitato sin da tempi remoti da popolazioni del VIII sec. a.C.), è il luogo dove artisti possono confrontarsi con la sua rigorosa bellezza trasportandoci la loro visione del passato e del presente. Questo ”secret garden”, è un progetto che vuole dare ospitalità ad artisti per la creazione di opere site-specific, dalla scultura plastica alla landart, un luogo di incontro e struggente bellezza per le arti in generale.  Per info si può consultare la pagina instagram @bolsenasecretgarden

photo courtesy Caio Twombly

SULLE OMBRE DI CY TWOMBLY: FONDAZIONE IRIS E AMANITA A BASSANO IN TEVERINA

La Tuscia, storicamente dimora degli antichi Etruschi, ha rappresentato per CY un richiamo verso una terra atavica. Durante le torride estati Italiane, il tufo, pietra endemica della zona, serviva a temperare gli ambienti del palazzo. Cy Twombly viveva e lavorava qui in condizioni ascetiche, disposto ad accogliere solo familiari e collaboratori fidati, nello spazio che ha visto nascere alcune sue opere più significative.

La fondazione Iris è la testimonianza concreta dello spirito della famiglia Twombly nel coltivare le idee e daimon dell’artista. Iris accoglie, nel Palazzo di Bassano in Teverina, il lavoro di artisti e costruisce un ambiente sincero per la loro esplorazione e investigazione.

Questo concentrato di arte, e di vita di uno dei pilastri dell’arte contemporanea mondiale, è stato inaugurato nel luglio 2023 da Caio, Maia, Alessandro e Soledad Twombly. L’artista Robert Nava è stato il primo ospite del progetto, con il supporto della galleria Amanita e Pace Gallery.  Per info: https://spazioamanita.com/exhibitions/30-robert-nava-fondazione-iris/overview/

photo courtesy Francesco Cozza

BOMARZO: IL SACRO BOSCO

Quest’anno ricorre il cinquecentenario di Vicino Orsini, ideatore mecenate del parco dei Mostri di Bomarzo. Per il secondo anno, l’arte contemporanea si confronta con l’opera ideata dallo stesso Vicino. I festeggiamenti per questo “giubileo laico”, ci fanno incontrare opere di maestri come Daniel Spoerri, Niki de Saint Phalle, Paolo Portoghesi, in dialogo con Pirro Ligorio. Le architetture impossibili, come la casa inclinata o alcune statue enigmatiche, includono nel loro percorso (fatto di tappe alchemiche) le opere di autori contemporanei.

L’idea è nata nel 2022, quando sotto la curatela di Serena Achilli gli artisti Tommaso Cascella e Sandro Scarmiglia hanno per la prima volta inaugurato questo sodalizio tra antico e contemporaneo, con sculture di ferro e cemento in una mostra dal titolo “Capsula del tempo”. Il merito di questi ultimi, curatrice inclusa, è l’aver rotto i due equivoci opposti ed evidenti dell’arte contemporanea, avendo il coraggio di portarla in un luogo definito “sacro”. C’è infatti chi trova il contemporaneo incomprensibile, c’è chi invece crede di saperne fin troppo. Il dialogo creato ha però zittito gli insopportabili sostenitori di un perbenismo visivo, fermo all’idea che in un luogo storico non si possa avere nulla di contemporaneo. Certo non basta essere visionari, ma anche saper vedere. Vediamo quello che sappiamo, e chi non sa spesso è cieco. L’esperimento è però riuscito, mostrando a tutti l’armonia del genio contemporaneo con quello del rinascimento, in un luogo dove neanche Salvador Dalì ebbe mai l’ardire di tentare una tale contaminazione, nonostante abbia adorato e celebrato questo luogo magico per tutta la vita. Per info: www.sacrobosco.eu

photo courtesy Francesco Cozza

TOMMASO CASCELLA E IL CERVO VOLANTE: BASSANO IN TEVERINA

Il nome non ha bisogno di presentazioni, ciò che però inorgoglisce la Tuscia è che dopo Balthus, Twombly, Castellani, Carrol, e tanti altri, l’aristocrazia dell’arte contemporanea sceglie ancora questa terra per esprimersi.

È il caso di Tommaso Cascella, figlio d’arte, nipote d’arte, padre d’arte. La famiglia Cascella è un impresa impossibile come può essere il ponte sullo stretto di Messina, con la differenza che è un ponte riuscito.

Un ponte lungo,  è composto da varie “campate”, ovvero la distanza tra due appoggi o piedritti consecutivi di ponti. Ogni membro della famiglia Cascella è una campata che collega una generazione all’altra. Tommaso ha certamente svolto bene il suo ruolo in questo senso, ed è ad oggi l’ultimo vero anello di congiunzione tra un mondo che non c’è più e il mondo che verrà, ma con una differenza rispetto agli altri: è un artista, ma anche un gallerista, un promotore di altri artisti.

Tra le architetture di Baldassare Peruzzi a Bomarzo, proprio sotto il Palazzo di Vicino Orsini, ha stabilito il suo atelier. Un luogo che ha plasmato a sua immagine  e somiglianza, nel pieno rispetto delle forme e delle proporzioni dell’architetto del rinascimento. A Bassano in Teverina invece, ha aperto una galleria: Il Cervo Volante. Il nome, rivive in quello della storica rivista fondata anni fa proprio da Tommaso Cascella, ma rivive anche nell’attività del bisnonno dell’artista, Basilio Cascella, già editore e Senatore del Regno. Nella sua promozione dell’arte, e degli artisti, il Cervo Volante è una vera e propria casa editrice, che conta già moltissime  pubblicazioni e due punti vendita nella Tuscia. Per info potete visitare la pagina instagram @cervo_volante_editore

photo courtesy Lucilla Catania

PARCO INTERNAZIONALE DI SCULTURE CONTEMPORANEE – BASSANO IN TEVERINA

L’artista Lucilla Catania ha deciso nel 2017 di creare “Sculture in campo”, un parco costituito inizialmente dal nucleo fondante di alcune sue opere.

La finalità era quella di creare uno spazio in cui la scultura contemporanea trovi un suo collocamento, atto alla pubblica fruizione per la comunità. Il parco negli anni è cresciuto anche grazie al contributo di altri artisti, ai quali Lucilla ha aperto le porte di questo sito che ad oggi conta circa 30 opere, e continua a crescere ogni anno attraverso la ricerca e la selezione di un comitato scientifico.

Se la nobile intenzione che ha mosso la creazione del parco, era che lo stesso fosse un luogo votato alla comunità, è altresì avvenuto che buona parte della comunità si sia votata a sua volta al parco. Associazioni locali e volontari infatti, hanno reso possibile l’estensione del parco in altri due spazi del paese, una piccola biblioteca-centro studi, ed un altro sito “ipogeo” dove si organizzano mostre contemporanee. Il dialogo con le associazioni locali e con la comunità in generale, si alimenta grazie a un contatto diretto tra il parco e il territorio che lo circonda. Quando l’arte è in espansione, nei luoghi ma anche nelle persone, perché spesso sono proprio le persone che fanno i luoghi. Per info https://scultureincampo.it/

photo courtesy Paola Di Giacomo

PALAZZO FRANCIOSONI VETRALLA

Giovanni di Carpegna ha vissuto tutta la sua vita come  un poeta maledetto nella Parigi di fine ‘800. Ma la sua poesia è la pittura, e la sua Parigi è Roma.

Una vita Bohèmien da vero artista, sulle montagne russe di una vita da artista affianco ai pittori di Piazza Venezia e da Conte tra i salotti altolocati della nobiltà romana.

Dopo oltre mezzo secolo nella capitale, sceglie Vetralla quale luogo eletto per la sua produzione artistica più matura, e lo fa a Palazzo Franciosoni, acquistando il piano nobile di questo edificio rinascimentale attribuito a Vignola e la sua scuola.

Qui stabilisce il suo atelier, accostando alle forme esotiche degli antichi affreschi, le sue incisioni, i suoi olii, i suoi disegni. Roma in fiamme, felicità e tormento si esprimono in una produzione ampia di capolavori, in un dualismo che si alterna tra xilografie e litografie ordinate, alle tempestose pesanti pennellate della sua pittura. È forse l’unico sito privato, benchè pubblico perché aperto ai visitatori su appuntamento, dove è possibile ancora vedere una vera casa d’artista in un Palazzo nobiliare puramente rinascimentale, ancora in funzione.

È stato definito da Vittorio Sgarbi l’ultimo legittimo esponente della Scuola Romana, che come scrive nel catalogo di Eccentrici e Solitari : “in lui rivive lo spirito di Scipione, di Mafai, in un interpretazione di Roma senza concessione nella sua storia ma nella interpretazione della sua anima”.  Per info visitare la pagina instagram @g.dicarpegna

photo courtesy: Mario Cozzi

LAMONE LAND ART – FARNESE

Inaugurato l’anno scorso nella Riserva Naturale Regionale Selva del Lamone, questo sito è un bosco aspro e selvaggio di 2000 ettari al confine tra il Lazio e la Toscana, cresciuto su un’antica colata lavica formatasi circa 150.000 anni fa. A tratti impenetrabile, coperta di “murce” (cumuli di pietre laviche) è un luogo affascinante dalla notevole valenza naturalistica, ambientale ed archeologica, caratterizzata da un’ambientazione suggestiva che crea un’ atmosfera onirica dove lo spettatore si trova ad essere sospeso nel tempo e nello spazio, in un luogo dove tutto è possibile. Al momento, installazioni permanenti ed effimere si snocciolano nel percorso che guida i visitatori in un bosco tutto contemporaneo. per info www.parchilazio.it/selvadellamone

 

 

 

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