Il totoassessori in Sicilia dopo la vittoria del Presidente SchifanI

Alessandro Aricò (FdI)  è palermitano, oltre 10 mila preferenze e molto competente. L’esperienza parlamentare non gli manca. Il forzista Edy Tamajo non ha fatto l’Assessore come Aricò, ma conta il suo exploit di oltre 21 mila voti, come l’atro recordman della Lega  Luca Sammartino che  ha preso quasi 21 mila preferenze. Il pupillo di Ignazio La Russa. Chi? Il meloniano Gaetano Galvagno, con 14 mila voti sulle spalle e stato più volte assessore e poi c’è Giorgio Assenza,  anche lui politico di esperienza. Mimmo Turano, è stato il più votato in quota Lega nel trapanese.

Finora abbiamo parlato di uomini, e la quota rosa? E’ una componente che per legge dovrà caratterizzare la futura squadra di Schifani. Tra le donne elette e con la probabile ambizione di fare l’assessore ci sono: le messinesi Elvira Amata (FdI) e Bernardette Grasso (FI), quest’ultima già esperta perché ha guidato il ramo della funzione pubblica, l’agrigentina Giusi Savarino (FdI), già presidente della Commissione Ambiente e Territorio di Palazzo dei Normanni nella legislatura appena conclusa, la deputata azzurra Luisa Lantieri della provincia di Enna, per il Carroccio Marianna Caronia (che però è nel listino), e Nuccia Albano originaria di Borgetto, la new entry della Dc Nuova di Totò Cuffaro. Tutte oltre la prima legislatura, a parte Albano. Quotazioni basse per Stefania Prestigiacomo, all’inizio indicata da Gianfranco Miccichè come possibile candidata alla presidenza della Regione. Ma questa è già storia vecchia.

Poi ci sono gli assessorati che pesano: salute e agricoltura (fanno più gola di tutti per fatturato). A questo punto l’avvocato penalista catanese Ruggero Razza, e il siracusano Edy Bandiera, primo dei non eletti di FI, potrebbero ritornare, rispettivamente, nel proprio posto? Nomi che ne vantano di esperienza. Anche Francesco Cascio, primo dei non eletti di FI a Palermo, potrebbe concorrere alla sanità. L’ex presidente dell’Ars, in quanto tale, ha di sicuro esperienza e anche competenza essendo un dirigente medico dell’Asp: qui scatta il criterio del politico tecnico.

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