Alla base della tragedia di Santo Stefano di Cadore, dove giovedì scorso una turista tedesca ha investito e ucciso con l’auto tre membri di una stessa famiglia, non sarebbe un gesto volontario ma probabilmente uno scatto d’ira.
Il Procuratore capo Paolo Luca ha confermato che Angelika Hutter, arrestata e attualmente ricoverata nel reparto di Psichiatria dell’ospedale di Venezia, fosse: “in uno stato d’ira, che non sappiamo da cosa fosse stato causato, che possa avere alterato l’attenzione alla guida, rendendo possibile ciò che è accaduto”.
Il Procuratore ha sottolineato che “alcuni elementi hanno fatto aleggiare l’ipotesi suggestiva del gesto volontario ma per arrivare a un’affermazione di questo tipo è necessario avere elementi seri e concreti: ciò che presumo abbia fatto pensare a questa eventualità è che non ci sia segno di frenata sulla strada, che l’auto provenisse da un rettilineo quindi la visuale non fosse coperta, che non ci fosse segno di strisciata sui muri prima del punto in cui sono stati investiti i pedoni e il fatto che l’auto, dal sonoro, sembra lanciata in accelerazione. A ciò si aggiungono due testimonianze che riferiscono un comportamento strano della Hutter pochi minuti prima del momento in cui si è verificato l’incidente”.
I testimoni raccontano che la donna: “avrebbe avuto una reazione scomposta dopo aver riempito d’acqua alcune bottiglie in strada“. In particolare un testimone ha riferito che “avrebbe chiuso con forza portiere e portellone, avrebbe lanciato per aria alcune bottiglie e, partendo, avrebbe compiuto una manovra repentina e pericolosa”.
Il Procuratore capo ha poi reso noto che “l’accertamento sul telefono cellulare, dall’esame della cronologia, non evidenzia alcun contatto telefonico al momento dell’incidente e nemmeno prima. L’ipotesi della distrazione al telefono cellulare andrebbe al momento esclusa”.
(Screenshot Sky)