Scatta da questa sera sull’isola di Vulcano e per i prossimi 30 giorni, l’evacuazione, al momento solo per le ore notturne, di 220 isolani, che, a causa delle esalazioni tossiche di gas, entro le 23, e fino alle prime ore del mattino seguente, dovranno lasciare le loro abitazioni. Si tratta degli abitanti della zona del porto e dei dintorni. I vulcanologi dell’Ingv hanno accertato che “il flusso di Co2, i cui valori sono stati acquisiti in automatico dalla rete Vulcanogas, continuano ad essere elevati“.
In una intervista all’Adnkronos, parla padre Lio Raffaele, il parroco dell’isola di Vulcano: ” non abbiamo paura del vulcano. Ma c’è un sacro timore nei confronti di ‘Iddu‘. Certo, c’è apprensione. Ma è logico ed è normale, ma i miei parrocchiani si sono già organizzati per trascorrere le notti altrove“.
Nei giorni scorsi il Sindaco Marco Giorgianni si è rivolto ai suoi concittadini dicendo che “Fortunatamente, è stata scongiurata l’ipotesi dell’allontanamento di massa dall’isola di Vulcano. Durante il giorno tutte le attività resteranno aperte, e la vita proseguirà in maniera normale. Ma non si può fare lo stesso discorso per quanto riguarda la notte”, ha detto il primo cittadino dell’isola.
“Noi siamo cresciuti e abbiamo vissuto qui a Vulcano sapendo di stare su un’isola vulcanica e abbiamo sempre avuto un grande rispetto – dice il Sindaco che aggiunge – Ma forse non avevamo preso in considerazione una ipotesi che si è venuta è venuta a creare. Sentiamo la puzza quando tira vento dall’altro lato. E’ una puzza stranissima, quando si avvicina alle fumarole, molto più forte e più acre”.
Il cognato di Iacono è veterinario ed è stato lui a visitare i gattini che si sono sentiti male nei giorni scorsi. “Loro sentono l’anidride carbonica prima di noi“. E ricorda che la vita parrocchiale “prosegue regolarmente”. “Ieri ho celebrato messa e ho fatto anche un 50esimo di matrimonio. Ora bisogna prendere le misure e dopo di che vedere e dire alla gente come comportarsi, c’è una grande collaborazione, comunque“.
Alla domanda se i cittadini siano preoccupati, don Lio replica: “Guardi, l’ultima esplosione risale al 1883, e poi lo Stromboli insegna che che se le cose non sono gravissime, dovremmo tornare alla normalità. Certo, le preoccupazioni ci sono, ma la paura nasce con l’uomo e muore con l’uomo“. Poi spiega: “Nelle giornate di scirocco, quando il fumo scende dal vulcano, si sente la puzza dello zolfo, io però non sono rimasto una giornata intera nello stesso posto, si parla di difficoltà di respirazione, perché c’è l’anidride carbonica“.