Istat: presentato il rapporto 2023 sul benessere equo e sostenibile

L’Istat presenta l’undicesima edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes).

Attraverso l’analisi di un ampio set di indicatori statistici, integrata da approfondimenti tematici, il Rapporto offre una lettura approfondita dei livelli, delle tendenze e delle disuguaglianze di benessere che si possono osservare nei 12 domini in cui si articola il framework Bes:

  • Salute;
  • Istruzione e formazione;
  • Lavoro e conciliazione dei tempi di vita;
  • Benessere economico; Relazioni sociali; Politica e istituzioni;
  • Sicurezza;
  • Benessere soggettivo;
  • Paesaggio e patrimonio culturale;
  • Ambiente;
  • Innovazione, ricerca e creatività;
  • Qualità dei servizi.

In questa edizione l’attenzione è posta, in particolare, sugli andamenti più recenti e sul confronto con il periodo pre-pandemico. Oltre la metà dei 152 indicatori analizzati nel Rapporto è aggiornata al 2023 con dati definitivi.

L’andamento recente degli indicatori Bes è prevalentemente positivo. Poco più della metà dei 129 indicatori per cui è possibile il confronto sono migliorati rispetto all’anno precedente, il 28,7% è su livelli peggiori e il 17,8% risulta stabile. Si discostano dal quadro generale i domini Ambiente e Sicurezza, dove le dinamiche sono meno positive. Soltanto quattro dei 16 indicatori di Ambiente migliorano nell’ultimo anno a fronte dei sette che peggiorano. Peggiorano in aggiunta gli indicatori relativi al meteo clima. Nel dominio Sicurezza migliorano soltanto due indicatori soggettivi. La percezione di sicurezza camminando da soli quando è buio e la presenza di elementi di degrado nella zona in cui si vive. Invece sono in peggioramento tutti gli indicatori sui reati predatori e la percezione del rischio di criminalità nella zona in cui si vive.

Nel 2023 la speranza di vita è pari a 83,1 anni e risulta in aumento rispetto al 2022 (82,3), recuperando quasi del tutto il livello del 2019 (83,2 anni). Gli uomini con 81,1 anni di vita media attesa tornano allo stesso livello del 2019, mentre per le donne (85,2 anni) mancano ancora 0,2 anni (85,4 nel 2019).

Nel 2023 prosegue l’aumento del numero di occupati tra i 20 e i 64 anni (+404 mila unità, +1,8% rispetto al 2022), sebbene con un lieve rallentamento rispetto all’anno precedente. Il tasso di occupazione raggiunge il 66,3% (+1,5 punti percentuali rispetto al 2022), superando di 2,7 punti percentuali quello del 2019. La crescita è più forte tra le donne (+1,6 punti percentuali, +1,3 tra gli uomini) e nel Mezzogiorno (+1,7 punti percentuali, rispetto a +1,4 al Nord e +1,2 al Centro). Rispetto al 2022 il tasso di occupazione è aumentato soprattutto tra gli ultracinquantacinquenni (+2,3 punti percentuali) e tra i 25-34enni (+2 punti percentuali) superando, per questi ultimi, di oltre 5 punti percentuali i livelli pre-pandemia.

Tutti i dettagli e il rapporto integrale QUI.

(Foto da Pixabay)

Autore:

Redazione

Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it