La Borsa italiana teme l’ombra cinese di Evergrande

Ieri per la Borsa italiana e per le Borse internazionali soprattutto le  asiatiche è stata una giornata nera all’insegna dei timori  per una notizia proveniente dalla Cina che dovuto registrare il tonfo e il rischio di un possibile crack per il colosso del mercato immobiliare Evergrande.  Molto si capirà dalla seduta di oggi.

L’azienda, infatti, ha accumulato un debito di oltre 300 miliardi di dollari e il management ha dichiarato di non potere pagare gli interessi in scadenza. A questa notizia ieri i mercati azionari di tutto il mondo hanno aperto in profondo ribasso ed hanno chiuso sui valori minimi della giornata.

Tra gli investitori si aggira il fantasma del default e che si possa replicare lo stesso scenario che si verificò nel 2008 quando fallì la banca USA Lehman Brothers. Il fallimento scatenò una crisi finanziaria mondiale e un tracollo dei mercati azionari.

A Piazza Affari c’è da tenere sotto rigorosa osservazione il Ftse Mib che non deve scendere sotto la soglia dei 25.000 punti. Ieri questa soglia psicologica ha contenuto i prezzi per tutta la seconda parte della giornata. Oggi se i prezzi non scenderanno sotto questo livello, si potrebbe assistere a un rimbalzo per le prossime sedute. Sarebbe comunque già positiva una chiusura sopra area 25.200/25.300 punti.

L’altra ipotesi è che il Ftse Mib scenda sotto i 25.000 punti. In questo caso si avrà un calo fino a 24.680 punti. Infatti a questo livello si chiuderà il gap lasciato aperto dai prezzi nella seduta del 22 luglio.

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Redazione

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