La giornata parlamentare del 5 Novembre 2020

Conte: il DPCM in vigore venerdì. Quattro regioni saranno zona rossa

Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta saranno in zona rossa, Puglia e Sicilia in zona arancione, il resto d’Italia in zona gialla. Il premier Giuseppe Conte annuncia la divisione dell’Italia in tre aree in base alla diffusione del Covid come previsto dal nuovo Dpcm che entrerà in vigore il 6 novembre e difende la scelta del Governo di non adottare un unico provvedimento in tutto il Paese: “Se lo avessimo fatto avremmo ottenuto un duplice effetto negativo, non saremo intervenuti con misure veramente efficaci dove c’è un maggior rischio e avremo imposto misure irragionevolmente restrittive dove la situazione è meno grave”. Da venerdì, dunque, le misure saranno operative, uno slittamento di 24 ore rispetto ai programmi del governo deciso per consentire a tutte le regioni di disporre “del tempo utile per organizzare le proprie attività”. Ma non ci saranno passi indietro. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha già firmato le ordinanze con i dati dell’ultimo monitoraggio e le misure resteranno in vigore, per quanto riguarda le zone rosse, per almeno due settimane. I dati relativi alle Regioni inserite nelle zone gialla e arancione saranno invece aggiornati ogni settimana e, in caso di peggioramento, ci sarà il passaggio automatico nella fascia più alta e l’applicazione di misure più restrittive.

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“Dobbiamo necessariamente intervenire per rallentare la circolazione del virus” ha detto Conte illustrando il decreto, poiché i sistemi sanitari di “molte regioni rischiano di andare in sofferenza” nelle prossime settimane. Dunque le scelte sono obbligate: “Non abbiamo alternative, dobbiamo affrontare queste restrizioni per raffreddare la curva”. Nella zona gialla, dove ci sono Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sardegna, Toscana, Veneto, Umbria e le province autonome di Trento e Bolzano,  varranno le misure nazionali, dal coprifuoco alle 22.00 alle 5.00 alla chiusura dei centri commerciali nei fine settimana, dallo stop a mostre e musei alla chiusura dei corner di giochi e scommesse, dalla riduzione della capienza nel traporto pubblico locale fino alla didattica a distanza al 100% per le superiori. Nella zona arancione, quella con un rischio elevato, finiscono invece Puglia e Sicilia: non si può uscire dalla regione e sono vietati anche gli spostamenti tra i Comuni mentre bar e ristoranti rimarranno chiusi tutto il giorno. Oltre alle misure previste per le altre zone, sono chiusi anche i negozi, salvo alimentari e farmacie, e si potrà uscire solo per comprovate esigenze lavorative, di salute, necessità e per portare i bambini a scuola. “È vietato ogni spostamento in qualsiasi orario” ha spiegato Conte. Con la divisione in fasce del paese torna inoltre l’autocertificazione: da venerdì, sia per circolare nelle aree con le restrizioni più dure sia per il resto d’Italia dopo le 22.00.

Immediata la rabbia delle Regioni in zona rossa: scelte ingiuste

L’attacco dei governatori delle Regioni inserite nella zona rossa e arancione parte un minuto dopo la fine della conferenza stampa nella quale il premier Giuseppe Conte a palazzo Chigi illustra il nuovo Dpcm. E trova sponda nelle dichiarazioni del leader del centrodestra Matteo Salvini: “Chiudono in casa milioni di italiani, in diretta tv, sulla base di dati vecchi di 10 giorni, senza garantire rimborsi adeguati. E intanto lasciano sbarcare più di 2.000 clandestini in poche ore”. Parole pesanti che fotografano le divisioni profonde e il clima dei prossimi giorni, tutto il contrario dell’unità chiesta dal capo dello Stato Sergio Mattarella. Il più duro è il governatore della Lombardia Attilio Fontana, la Regione che dall’inizio della pandemia ha sofferto e che continua ad avere gli indici più alti. “Le richieste formulate dalla Regione Lombardia, ieri e oggi, non sono state neppure prese in considerazione. Uno schiaffo in faccia alla Lombardia e a tutti i lombardi. Un modo di comportarsi che la mia gente non merita” dice definendo la decisione “grave e inaccettabile”. Di scelta “ingiusta” parla invece il presidente facente funzione della Calabria Nino Spirlì: “L’ho appreso alle 20.00 dalla telefonata del ministro Speranza con costernazione, rabbia e sgomento. Penso alle migliaia di imprese che saranno costrette a chiudere i battenti forzatamente e, a mio parere, senza un motivo valido”. Tra chi è finito in zona rossa, l’unico per il momento a difendere le scelte del Governo è il governatore della Valle d’Aosta Erik Lavevaz.

Resta invece in silenzio il presidente della Piemonte Alberto Cirio, mentre il suo collega Nello Musumeci, presidente della Sicilia finita in zona arancione, urla la sua rabbia. “È una scelta assurda e irragionevole. L’ho detto e ripetuto stasera al ministro Speranza che ha voluto adottare una decisione al di fuori di una legittima spiegazione scientifica”. In zona arancione c’è anche la Puglia; Michele Emiliano per il momento non parla ma le scelte fatte in concomitanza con la conferenza stampa di Conte lasciano intendere che abbia più di un punto in disaccordo con il Governo. Il Dpcm prevede infatti che nella zona arancione siano in presenza le scuole dell’infanzia, le elementari e le medie, ma Emiliano ha fatto sapere che resta in vigore l’ordinanza che stabilisce la didattica a distanza per tutte le scuole di ordine e grado ad eccezione di quelle dell’infanzia. Era tra quelli che chiedevano il lockdown nazionale, come Vincenzo De Luca la cui regione si è salvata, per il momento e nonostante la situazione di Napoli. Ma l’attacco al Governo è comunque pesante. “Si assumerà la responsabilità sanitaria e sociale conseguente alle sue scelte, sempre ritardate, e sempre parcellizzate” dice il presidente della Campania annunciando che lascerà tutte le scuole chiuse.

Conte cerca risorse e apre alla verifica per blindare il Governo

La firma del Dpcm era solo l’inizio del lungo e sotterraneo braccio di ferro tra governo e Regioni. A Palazzo Chigi, un po’ se lo aspettavano, tanto che al termine di una giornata a dir poco caotica il capo dell’esecutivo opta per una doppia mossa: rinviare di 24 ore l’entrata in vigore del Dpcm e tornare a parlare agli italiani, ritagliandosi, così, un ulteriore lasso di tempo per la vera missione che il Governo avrà nelle prossime ore: trovare le risorse adeguateper spegnere, sul nascere, eventuali proteste. Quello che entrerà in Gazzetta Ufficiale si configura di gran lunga come il dpcm più complesso per Conte. Il lockdown totale era più semplice sia da mettere in campo ma oggi è diverso: la modulazione dei ristori, dal punto di vista geografico, è complessissima. Sulla questione il M5S pressa perché siano “i più incisivi possibili” e il titolare del Mef Roberto Gualtieri, almeno fino al pomeriggio, frenava su un nuovo scostamento di bilancio. L’obiettivo di Conte resta quello di accompagnare le misure a un decreto ristori bis quasi contemporaneo: perciò, a Palazzo Chigi, a tarda sera non si esclude ancora che il Cdm ci sia oggi.

Per Conte ci sarà da affrontare il tema di tutte quelle categorie che, stando al lockdown, possono restare aperte ma, presumibilmente, non fattureranno granché; il passo, insomma, è quanto mai delicato. E non a caso Conte comincia la giornata con un nuovo appello all’unità, restando in pieno asse con il Quirinale, ma il premier va oltre: tra oggi o più probabilmente venerdì si siederà al tavolo con Vito Crimi, Nicola Zingaretti, Matteo Renzi, Roberto Speranza per l’attesa verifica di maggioranza che, in piena emergenza pandemica, sarà automaticamente privata del suo aspetto più insidioso, il rimpasto, che Conte sembra, almeno per ora, aver sminato. Ma sui temi la miccia dello scontro resta dietro l’angolo. “Il tavolo politico apre le prospettive per scrivere gli accordi, le regole e gli impegni da qui al 2023”, avverte Matteo Renzi su Fb, dal Recovery Fund al Mes, sul quale torna all’attacco l’intergruppo parlamentare: Iv è pronta a mettere all’angolo il M5S laddove il Pd sfrutterà l’occasione per rilanciare il suo cronoprogramma, dalla riforma fiscale, alla parità di genere salariale. E le alleanze per le Comunali? Difficile che saranno sul tavolo anche perché per il M5S, che si avvia agli Stati Generali, parteciperà con un capo politico sì unitario ma che, da qui a due settimane, non sarà più alla testa del Movimento.

L’Aula del Senato

Come stabilito dalla Conferenza dei Capigruppo, nella giornata di oggi e per tutto il resto della settimana i lavori dell’Assemblea del Senato sono sospesi e riprenderanno martedì prossimo alle 16.30 con l’esame del decreto per la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19.

Le Commissioni del Senato

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali svolgerà delle audizioni sull’affare assegnato relativo alle modalità più efficaci per l’esercizio delle prerogative costituzionali del Parlamento nell’ambito di un’emergenza dichiarata. La Bilancio, in sede riunita con la Finanze, svolgerà diverse audizioni sul decreto per la tutela della salute e le misure di sostegno economico connesse all’emergenza COVID, il cosiddetto decreto ristoro. Nello specifico ascolterà i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confcommercio, Assoturismo, Confesercenti, Confedilizia, Cna, Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Ance, Alleanza Cooperative Italiane e Ordine consulenti del lavoro. A seguire audirà il Comitato Unitario Professioni, Comitato Bus Turistici Italiani, Federalberghi, Federturismo, Confindustria, Ana, Confartigianato e Fipe. La Attività produttive proseguirà le audizioni nell’ambito dell’affare assegnato sui sistemi di sostegno e di promozione dei servizi turistici e le filiere produttive associate alla valorizzazione del territorio.

L’Aula della Camera

L’Aula della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per il confronto sulla proposta di legge per l’istituzione di una zona economica esclusiva oltre il limite esterno del mare territoriale e sulla relazione sull’emergenza epidemiologica Covid-19 e ciclo dei rifiuti, approvata dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali a esse correlati. Infine esaminerà la proposta di legge per il sostegno al settore agricolo e disposizioni di semplificazione in materia di agricoltura; la proposta di legge per l’istituzione della Giornata nazionale degli italiani nel mondo; le mozioni sulle iniziative a favore dell’occupazione, della formazione e dell’emancipazione giovanile, e diversi disegni di legge di ratifica di trattati internazionali.

Le Commissioni della Camera

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali proseguirà il ciclo di audizioni su decreto relativo alle disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all’utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Riprenderà poi le audizioni sulle pdl per la disciplina dell’attività di rappresentanza d’interessi. La Giustizia svolgerà delle audizioni nell’ambito dell’esame del disegno di legge di delega al Governo per l’efficienza del processo penale e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari pendenti presso le Corti d’appello. La Ambiente svolgerà diverse audizioni sulle misure di contrasto al dissesto idrogeologico, anche alla luce degli effetti causati dai recenti eventi metereologici nelle regioni settentrionali. La Trasporti ascolterà l’amministratore delegato di Trenitalia Orazio Iacono sul contratto di servizio tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e Trenitalia. La Affari Sociali esaminerà la risoluzione per la tutela e la cura dei pazienti con patologie oncologiche. La Agricoltura ascolterà il Commissario straordinario del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria dottor Gian Luca Calvi sull’attività esercitata nel corso del suo mandato.

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