L’apparente rebus del successo delle obbligazioni a tassi negativi

Fa riflettere il risultato dell’ultima emissione della scorsa settimana del Tesoro italiano che ha collocato completamente la tranche di 6 miliardi di euro di BOT semestrali  al tasso negativo di – 0,51% a fronte di una richiesta più che doppia.

Va subito detto che l’emissione di obbligazioni a tasso negativo non costituisce una specificità del nostro Paese, considerato che, sempre la scorsa settimana, sono stati collocati egualmente con successo Titoli di Stato portoghesi a rendimento negativo. E, inoltre, si può aggiungere che questo tipo di emissioni non è neanche una novità dei nostri giorni, ma è iniziato 6 anni fa in Giappone. In Europa il primo paese a registrare questa esperienza è stata la Germania, forte del proprio patrimonio di leadership e di fiducia unanimamente riconosciuti nel vecchio continente.

Rimane, pertanto, la domanda del perché questi titoli continuano a riscuotere successo, sovvertendo le regole tradizionali fissate nei manuali di finanza e avvalorate da quelli che erano i canoni operativi classici dei mercati.

La risposta è legata al fatto, che le banche centrali si servono del mercato obbligazionario per immettere liquidità in misura copiosa secondo i piani di espansione monetaria, previsti dai diversi “quantitative easing”. Ne consegue, così, il rafforzamento della domanda di obbligazioni, il cui rendimento scende, passando addirittura in territorio negativo .

Ma non solo. Ad alimentare la domanda di questi titoli vi sono le banche europee che beneficiano della liquidità a tassi negativi ottenuta dalla Banca Centrale Europea attraverso strumenti di intervento non convenzionali e che sono indotte agli acquisti, potendo lucrare la differenza tra i due tassi negativi; in cui quello praticato dalla Banca Centrale risulta ancor più basso del rendimento delle obbligazioni .

Spiegato così l’apparente rebus del successo delle obbligazioni a tassi negativi, rimane, però, un’altra questione: fino a quando ciò sarà possibile?

Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it