Le guerre a “bassa intensità” di cui nessuno parla

Esistono nel mondo in guerra molte regioni del pianeta in cui i territori sono protagonisti delle cosiddette guerre a bassa intensità, ovvero quelle di cui media parlano meno, trattandosi di conflitti che si protraggono da molti anni, non divenendo  teatro di azioni belliche di particolare violenza, ma che comunque causano forte  disagio sociale, distruzione, un generale stato di insicurezza, ma soprattutto non risparmiano feriti e vittime nell’apatia e nell’indifferenza della comunità internazionale.

Tra le storiche guerre “a bassa intensità”, oltre al conflitto tra Israele e Palestina che da sempre segna nuove vittime e  dal 7 ottobre si è acuito in modo devastante, c’è da ricordare quello nella contesa regione indiana del Kashmir, che oppone Pakistan e India  e che comunque a causato 575 vittime nel solo 2021.  Si tratta della regione più militarizzata al mondo, con l’esercito indiano che controlla il territorio cercando di soffocare la resistenza interna islamica, che vorrebbe l’autonomia della bellissima regione, ricca di risorse.

Nel 2022, oltre alla guerra tra Russia e Ucraina, si è riaccesa anche la contesa tra Armenia e Azerbaigian per la regione del Nagorno-Karabakh. 120.000 residenti nel territorio, tra cui 30.000 bambini, sono bloccati all’interno della regione a causa della chiusura, da parte azera. dell’unica strada che collega con il mondo esterno 

È da considerare una guerra anche quella che il governo del Messico combatte dal 2006 contro i cartelli della droga: nel 2022 sono morte 1.367 persone. Ad Haiti le gang criminali tengono sotto scacco la capitale Port-au-Prince con omicidi, rapimenti e violenze continue. In Colombia, dopo una tregua firmata con i ribelli delle Farc, il governo di recente ha deciso di recedere dall’accordo.

Il Libano è invece un paese economicamente al collasso: potrebbe sfociare in una crisi peggiore a causa delle conseguenze sofferte dalla popolazione, sempre più impoverita.

In Afghanistan, secondo l’agenzia Onu Unama, nel periodo compreso tra metà agosto 2021 e metà giugno 2022 sono state 2.106 le vittime civili (700 morti, 1.406 feriti) di attacchi riconducili a gruppi armati. Inoltre i gruppi dirigenti dell’Afghanistan e dell’Iran sembrano essere in guerra contro la propria popolazione, in particolare le donne, a cui stanno negando diritti, studio, lavoro e libertà.

Tra le poche buone notizie del 2022 l’intesa del 2 novembre per porre fine al conflitto nel Tigray, in Etiopia. La guerra civile tra governo federale e ribelli tigrini era scoppiata il 4 novembre 2020. È stata una delle peggiori crisi umanitarie degli ultimi tempi, con oltre due milioni di sfollati e centinaia di migliaia di persone sull’orlo della carestia.

Pochi gli osservatori che hanno potuto documentarne le conseguenze ma secondo gli Stati Uniti sono circa mezzo milione le vittime. Nel frattempo sono ripresi i voli interni verso Makallé e nella regione si è di nuovo insediata la polizia federale.

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