Lettera a Franco Battiato. Arrivederci…Grande Maestro!

Sono trascorsi due anni dalla dipartita di Franco Battiato.

“Finisce qua…chi se ne va che male fa?”

Ne provoca molto di dolore se chi se ne va è un personaggio come Franco Battiato. E’ una mattina ancora troppo fredda per lasciare spazio all’estate e la notizia che rimbomba su tutti i media della scomparsa di un grande artista come lui, rende ancora tutto più gelido.

E’ il freddo di un tristissimo addio, di una mancanza che potrà sentirsi giorno dopo giorno sempre di più. Perché per noi questo è un addio, per lui, artista mistico per eccellenza, sarà forse solo un arrivederci.

Chi era Battiato? Quello che tutti conoscono

Franco Battiato, o meglio Francesco, è nato il 23 marzo 1945 e già dagli esordi si “è presentato” come l’artista fuori dagli schemi, capace di mischiare stili completamente diversi tra loro e trasformarli in qualcosa di grandioso. Si dedicò in principio allo studio universitario, ma era soltanto la musica la sua vera passione.

Il primo ad accorgersi del suo talento fu Giorgio Gaber, che lo lanciò – come si suol dire in questo mondo – e fece del tutto per procurargli un contratto con una casa discografica. Battiato entrò nel panorama della musica italiana negli anni in cui quella stessa musica aveva un filone che andava per la maggiore: quello della protesta.

Il 1° maggio 1967 fece la sua apparizione in tv. Il primissimo traguardo di una serie infinita.

Lettera a Franco Battiato, solo colui che lo amava può capire

Caro Franco,

quanto è difficile riuscire a tiare fuori le parole giuste in questo momento.

Quanto è complicato riuscire a mettere insieme le informazioni della tua vita per tirar fuori qualcosa di decente. E questo ha anche una spiegazione logica, nonostante tutto, perché un’artista come te, delle informazioni, della logica, non ci ha fatto il suo principio di vita.

Eri in grado di arrivare alle persone senza i puntini sulle “i”, senza i testi pensati con la speranza che tutti potessero capire. Eri semplicemente tu: facile da amare, quasi impossibile il contrario. E odiarti per cosa? Perché? Troppe domande, forse, che tu non ti saresti mai fatto.

Caro Battiato, oggi è un giorno triste, ma le parole tu le avresti trovate; a modo tuo, ma non sarebbero mancate. “Ci piace ciò che pensi e che dici” e sapere che non potrai più continuare a raccontarci nulla mancherà tanto…troppo. Ma continueremo a cercare ogni singola parola che ci hai regalato in passato. Ti verremo a cercare e lo faremo attraverso i tuoi testi.

La mente tutto può e grazie a lei, viaggeremo, anche nel passato se necessario.

Ritorneremo al 1989, anno in cui crollò il muro di Berlino e tu hai pubblicato “Alexander Platz”, mostrandoci quelle due facce (Est e Ovest) in un’epoca in cui c’era ancora molto da sapere e ancora tanto da scoprire.

Poi ci hai portato nella cittadina tunisina di Tozeur con “la voglia di vivere a un’altra velocità“. Chissà se continuano a passare lentamente quei treni?

Attraverso la musica ci hai aperto gli occhi, ci hai fatto andare oltre alle cose e alle situazioni. Come dimenticare uno dei migliori album? La voce del padrone con i brani: Bandiera Bianca, Sentimiento Nuevo, Centro di gravità permanente, Gli Uccelli, Cuccurucucù o Summer on a Solitary Beach

Caro Battiato, è giunto il momento di andare. E’ ora che tutto si allinei con l’Universo. Sì, proprio quello che “ubbidisce all’amore” come ci hai insegnato tu. Ci hai dato molto, forse di più di quello che il genere umano possa meritare; tu, che in fin dei conti non hai mai fatto parte di questo mondo.

Ora puoi andare. Il tuo viaggio nella nostra terra è terminato ma abbiamo una certezza, che il tuo compito non è finito e non finirà mai.

“Conosci le leggi del mondo e ce ne farai dono, supererai le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farci invecchiare. Ci salverai da ogni malinconia. Perché TU sei un essere speciale e avrai cura di noi”.

Ciao Franco!


 

 

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