Il 9 settembre 1998 Lucio Battisti ci ha lasciato. Una uscita di scena iniziata molto tempo prema della sua morte. Infatti Battisti aveva salutato, con ampio anticipo il mondo mediatico, riducendo progressivamente le sue apparizioni pubbliche fino a rinunciarvi del tutto, e allontanandosi dagli standard musicali che l’avevano reso uno degli artisti più popolari a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta.
Dotato di una notevole forza interpretativa e di un inconfondibile timbro vocale, il quale è stato talvolta al centro di critiche,grazie a lui il pop nostrano ha subito una virata epocale introducendo sonorità del rhythm and blues, new wave, soul e altro ancora.
Però Battisti è stato anche una figura schiva e riservata: durante la sua carriera è apparso sporadicamente in pubblico e si è prestato ancor meno alla stampa.
Eppure Lucio è ancora qui, tra noi. Canzoni senza tempo. In macchina, sotto la doccia, con gli amici, bastano due note o l’incipit di qualsiasi brano e ci ritroviamo a cantarle . E basta leggere il titolo di qualche sua canzone per ricordarci della sua grandezza.
“Ancora tu, Il tempo di morire, Un’avventura, Acqua azzurra, acqua chiara, Il mio canto libero, Emozioni, I giardini di marzo, Anna, La collina dei ciliegi, Io vorrei…non vorrei…ma se vuoi, Sì, viaggiare, Con il nastro rosa, La canzone del sole, Non è Francesca, Io vivrò (senza te).
Si potrebbe continuare all’infinito con le poesie e le musiche del duo Mogol-Battisti, coppia d’oro della canzone pop italiana destinata a restare per sempre nell’olimpo della musica mondiale, connubio imprescindibile, sodalizio tra i più riusciti di tutti i tempi.