Macerata, smantellata organizzazione che truffava su Bonus 110%

L’operazione congiunta di Guardia di Finanza e Carabinieri, denominata “110% PLUS”, ha condotto a 7 arresti di 2 in carcere e 5 ai domiciliari. Altresì, Finanzieri e Carabinieri hanno dato seguito al decreto di sequestro preventivo, emesso dallo stesso G.I.P., delle quote sociali di due società, dei crediti monetizzati e proventi di riciclaggio per oltre 2.750mila euro, nonché di numerosi immobili, ritenuti profitto degli illeciti ipotizzati.

Sin dalle prime ore di ieri, decine di Finanzieri e Carabinieri hanno dato esecuzione ai provvedimenti emessi dal Giudice nei Comuni di Tolentino (MC), Civitanova Marche (MC), Martinsicuro (TE) e Falconara Marittima (AN).
Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti cautelari sono state eseguite numerose perquisizioni personali e domiciliari, con sequestro di 10 fabbricati, 12 terreni, 4 autovetture, orologi di lusso, oggetti preziosi e di valore, denaro contante e 1 assegno, per circa 30.000 euro, nonché ulteriore materiale utile alle indagini.

I reati per cui si procede vanno dal trasferimento fraudolento di valori, al riciclaggio, all’autoriciclaggio, all’associazione per delinquere e altri ancora. A finire in carcere sono quello che è ritenuto il capo dell’organizzazione, un imprenditore di anni 31, residente a Tolentino, e un professionista di anni 66, residente a Martinsicuro (TE). Mentre agli arresti domiciliari sono finiti la madre, la moglie e la sorella del presunto capo dell’organizzazione, tutte residenti a Tolentino, e due professionisti, anch’essi residenti a Tolentino, uno dei quali risultava già radiato dal proprio albo professionale.

Le indagini, basate anche sull’utilizzo di intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno fatto emergere un grave quadro indiziario di colpevolezza, in ordine ai reati ipotizzati, in cui l’organizzazione, avvalendosi di proprie società operanti nell’ambito dell’edilizia, nonché di esperti professionisti, ha certificato lavori di ristrutturazione, eccedenti il reale valore di quelli effettivamente eseguiti, generalmente aventi ad oggetto il miglioramento energetico e l’adeguamento antisismico, onde accedere ai benefici statali dei cc.dd. “ecobonus” e “sismabonus”, rientranti nell’agevolazione del c.d. “superbonus 110%”, in cui i valori degli appalti e i computi metrici venivano gonfiati “ad hoc”.

Le fatture, conseguentemente emesse nei confronti dei committenti dei lavori, risultati spesso ignari, venivano inserite nel portale dell’Agenzia delle Entrate, con i visti di conformità apposti indebitamente da un professionista abilitato, in modo da poter poi cedere i crediti ed ottenerne la monetizzazione. Allo stato è stata rilevata la monetizzazione di crediti per oltre 2,6 milioni di euro.

Dalle indagini effettuate è stato possibile accertare che parte dei proventi dell’attività illecita sono stati poi riciclati/autoriciclati in acquisti di appartamenti e beni di valore (gioielli, diamanti, orologi, ecc.). La perfetta sinergia e la stretta collaborazione posta in essere dalle due Forze di Polizia, unite alla puntuale azione di coordinamento della Procura della Repubblica di Macerata, hanno permesso di interrompere il protrarsi di una rilevante frode nel settore delle agevolazioni fiscali connesse agli interventi edilizi, assicurando il recupero di quanto illecitamente conseguito, a tutela di operatori e cittadini onesti che rispettano le regole.

 

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Redazione

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