MEF: nel 2020 aperte il 14,8% di partite IVA in meno rispetto al 2019

Nel 2020 aperte circa 464.700 nuove partite Iva: -14,8% del 2019. La distribuzione per natura giuridica mostra che il 72,2% delle partite Iva è stato aperto da persone fisiche, il 21% da società di capitali e solo il 3,4% da società di persone. Rispetto al 2019 la flessione di avviamenti è generalizzata: dalle società di persone (-19,5%), alle società di capitali (-16,3%) fino alle persone fisiche (-15,7%).

Si nota, inoltre, il forte aumento di partite Iva avviate da soggetti non residenti (+42,9%), connesso alla crescita del settore delle vendite on-line che presentava trend in aumento anche nel 2019.

Riguardo alla ripartizione territoriale, circa il 44% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 21,4% al Centro e il 34,1% al Sud ed Isole. Il confronto con l’anno precedente evidenzia che tutte le Regioni mostrano un calo di avviamenti: i maggiori si sono registrati nelle Marche (-19%), in Liguria (-18,7%) e Toscana (-17,6%), il più contenuto in Veneto (-5,3%).

Le partite IVA secondo il settore produttivo

La classificazione per settore produttivo evidenzia che il commercio continua a registrare il maggior numero di aperture di partite Iva (circa il 20% del totale), seguito dalle attività professionali (16,3%) e dall’agricoltura (10,8%). Rispetto al 2019 fra i settori principali solo la sanità risulta in attivo: +9,5%; tutti gli altri comparti accusano consistenti flessioni di aperture: -34,1% per alloggio e ristorazione, -33,5% per attività sportive e d’intrattenimento e -24% per le manifatturiere.

Per quanto riguarda le persone fisiche, la ripartizione per sesso è stabile, con il 62,7% di aperture da parte di soggetti di sesso maschile. Il 48% delle nuove partite IVA è stato avviato da giovani fino a 35 anni ed il 31% da soggetti nella classe 36-50 anni. Il confronto con l’anno precedente mostra un calo di aperture crescente all’aumentare dell’età degli avvianti (dal -10% della classe più giovane al -25,3%% della più anziana). La distribuzione delle nuove aperture di partite IVA sulla base del Paese di nascita evidenzia che il 17,1% degli avvianti è nato all’estero.


Lo scorso anno 215.563 soggetti hanno aderito al regime forfetario, con una flessione del 18% in confronto al 2019; tali adesioni rappresentano il 46,4% del totale delle nuove aperture di partita Iva.

Le partite IVA che hanno chiuso

I dati delle chiusure di partita Iva  normalmente non vengono esaminati perché non significativi da un punto di vista economico. Nel periodo gennaio-dicembre 2020, tuttavia, risultano 320.435 chiusure, rispetto alle 427.623 riscontrate nel corso del 2019. Pertanto, il dato del 2020 mostra il 25% di chiusure in meno rispetto al 2019.Nonostante la grave crisi econoica e sociale.

Questi dati sulle chiusure vanno comunque interpretati con cautela per tre motivi: 1) alcuni contribuenti potrebbero comunicare tardivamente la cessazione di attività nel 2020; 2) il dato del 2019 potrebbe comprendere alcune cessazioni d’ufficio operate dall’Agenzia delle Entrate per non-operatività; 3) spesso il contribuente non ottempera all’obbligo di chiusura della partita Iva al momento della cessazione dell’attività.

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