Nella periferia di Milano, le telecamere di sicurezza di un sottopassaggio ferroviario, hanno ripreso una baby gang che picchiava un coetaneo. Si è trattata di una “punizione”. Il ragazzo aggredito, durante una lezione in didattica a distanza, si è permesso di riprendere un compagno perché faceva confusione.
Il pretesto, è stato poi l’inizio di un incubo per il minorenne. L’8 dicembre il gruppo da Milano ha raggiunto in treno Paderno Dugnano e una volta fermato, lo hanno aggredito con calci e pugni, buttandosi anche contro due amici del ragazzo che cercavano di difenderlo. I tre sono finiti al pronto soccorso, poi dimessi con prognosi di 10 e 20 giorni. Successivamente, sono andati dai Carabinieri per denunciare il fatto.
A seguito della denuncia, hanno controllato le registrazioni delle telecamere e sono risaliti agli aggressori. Il 31 dicembre, l’organizzatore è stato denunciato in stato di libertà per rapina aggravata (aveva rubato la bici ad uno dei tre ragazzi), violenza privata e lesioni personali.
Attraverso delle indagini sono riusciti a risalire agli altri aggressori. Si tratta di otto minorenni indagati per rapina aggravata e che nei giorni scorsi, durante l’interrogatorio, hanno ammesso di aver picchiato il compagno. Un episodio di bullismo che succede molto spesso in qualsiasi parte d’Italia. Un fatto che dovrebbe accadere sempre meno e che al contrario, accade purtroppo sempre più spesso. Bullismo che non riguarda solo la violenza fisica, ma soprattutto psicologica. Un dato peggiorato dal fatto che i ragazzi, a causa delle restrizioni e della didattica a distanza, rimangono sempre più tempo da soli.
Una lontananza che dovrebbe imparare ad unire anziché dividere, ma “l’isolamento” in alcuni soggetti, può rivelarsi molto pericoloso e prendersela una volta usciti con il soggetto più debole. Anche se il più debole non è colui che subisce, ma spesso è colui che attacca.