Denaro e sesso per agevolare permessi e ottenere appalti. E lo scenario emerso a Scisciano (Napoli) dalle indagini coordinate dalla Procura di Nola e svolte dai Carabinieri della stazione di San Vitaliano, culminate questa mattina nell’esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Nola nei confronti di 13 indagati, ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e falso in atto pubblico. L’ordinanza dispone gli arresti domiciliari per l’attuale responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Scisciano e per il suo predecessore, oggi dipendente dell’Arpa Campania. Ulteriori 9 indagati, tra cui un consigliere comunale, sono stati destinatari della misura del divieto di dimora nella provincia di Napoli, mentre a due indagati è stato imposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
L’indagine è nata a seguito di un sopralluogo in un cantiere edile a Scisciano per l’esecuzione di opere che il personale in servizio presso il competente Ufficio Tecnico aveva autorizzato col rilascio di un permesso di costruire illegittimo: il titolo edilizio aveva ad oggetto il mutamento di destinazione d’uso (da agricolo a civile abitazione) di un immobile di fatto inesistente, rilasciato in violazione delle disposizioni della legge regionale sul piano casa. Sono state così scoperte le modalità illecite con cui il personale dell’Ufficio tecnico di Scisciano avrebbe gestito il rilascio di titoli edilizi e l’affidamento di appalti pubblici secondo dinamiche clientelari.
In particolare, sarebbe stata accertata l’indebita percezione di denaro da parte di un funzionario comunale perché agevolasse il rapido rilascio di permessi di costruire e, in particolare, ne pilotasse l’intero iter burocratico. In un caso in particolare il responsabile dell’ufficio tecnico comunale avrebbe garantito il sostegno alla referente di una ditta che opera nel campo dello smaltimento dei rifiuti: la donna avrebbe conseguito un appalto per la pulizia delle strade cittadine in cambio di una prestazione sessuale, consumata proprio all’interno degli uffici comunali.