Aleksey Navalny, l’oppositore russo, ha annunciato che intende tornare a Mosca. “Il 17 gennaio torno a casa con il volo della compagnia Pobeda, venite a prendermi“, ha scritto il politico, che al momento si trova in Germania, dove è stato curato dopo un avvelenamento con una neurotossina.
“Sono sopravvissuto. E adesso Putin, che ha ordinato il mio omicidio, sta dicendo ai suoi servitori di fare tutto il possibile affinché io non ritorni“, ha scritto l’oppositore su suo profilo Instagram.
L’avvelenamento di Navalny
È di qualche mese fa la notizia dell’avvelenamento dell’oppositore di Vladimir Putin. Pare che l’agente usato fosse il nervino Novichock. Si era pensato che il veleno si trovasse nel tè o nell’acqua. Verso la fine di dicembre, lo stesso Navalny, si è presentato al telefono con Kudryavtsev, un membro del servizio di sicurezza federale (Fsb) del Cremlino, spacciandosi per un certo “Maxim Ustinov”, un assistente del capo del Consiglio di sicurezza nazionale russo Nikolai Patrushev. L’agente ha confessato il proprio ruolo nella vicenda e ulteriori dettagli sulle modalità dell’intossicamento con l’agente nervino. Sarebbe riuscito a farsi dire che il servizio segreto FSB sarebbe responsabile dell’avvelenamento e che questo, inoltre, sarebbe avvenuto non con una bibita. Il veleno si trovava nelle mutande e ciò ha permesso alla tossina di circolare nel corpo attraverso la pelle.
Problemi giudiziari
Ieri Navalny ha annunciato che il servizio penitenziario russo ha chiesto a un tribunale di incarcerarlo. La motivazione sarebbe quella di aver violato i termini della sospensione condizionale della pena concessagli per una condanna a tre anni e mezzo della fine del 2014.
A fine dicembre, un altro guaio giudiziario si è abbattuto su Navalny. Gli investigatori russi, l’hanno accusato di aver speso per fini personali circa 3,9 milioni di euro raccolti dalle sue organizzazioni non-profit. Compresa la Fondazione Anticorruzione che tante volte ha messo in imbarazzo Putin e i suoi più stretti alleati.