Il 24 settembre 1991 la Geffen Records pubblica l’album destinato ad entrare nella storia del rock: Nevermind dei Nirvana. Chi non amava la band, non poteva comunque non riconoscere la celebrità dei brani e l’iconica copertina con un bambino sott’acqua intento a raccogliere una banconota da un dollaro.
Il piccolo di 4 mesi ha chiaramente un nome e un cognome, ovvero quello di Spencer Elden. All’epoca i suoi genitori ricevettero circa 200 dollari e negli anni successivi, il protagonista della copertina si è dimostrato felice della sua apparizione, vista anche la sua ammirazione per la band. All’età di 17 anni, addirittura, si offrì di ripetere nuovamente quell’esperienza, facendosi fotografare nuovamente nella piscina, ma questa volta con i bermuda.
A quanto pare tanta euforia si è spenta nel tempo, tanto da indurre lo stesso Elden a fare causa alla nota band. Motivazione? L’immagine del bambino nudo sfocia, a suo dire, nel “Child porn” e la banconota farebbe di lui “un lavoratore del sesso“. La denuncia è arrivata martedì da parte di Robert Y. Lewis – legale di Spencer Elden. Tuttavia non è mai stata ancora considerata pornografia una foto di un bambino in mancanza di elementi sessuali espliciti. E questo non si può dire possa essere il caso.
Nevermind: la censura
A distanza di anni, insomma, si torna a parlare di Nevermind, ma non per i suoi celebri brani – da Smells Like Teen Spirit a Come As You Are – bensì per la sua copertina. All’epoca l’immagine di un bambino con i genitali in vista fece scalpore, soprattutto in virtù del fatto che si trattava dell’album di esordio.
La casa discografica fece del tutto per distogliere la band dalla loro decisione, ma fecero di testa loro. E’ la band che vuole scegliere la propria immagine.
Perché dargli torto?