dividendi

Non sembra in pericolo la politica dei dividendi delle banche europee

Lo scoppio del conflitto russo – ucraino e le successive misure sanzionatorie adottate dagli Stati Uniti d’America, dal Regno Unito e dai 27 Paesi dell’Unione Europea  hanno addensato nubi minacciose sullo scenario economico mondiale.

In particolare, il congelamento degli assets russi presso le banche occidentali e la sospensione dell’operatività del sistema SWIFT per molte delle banche russe hanno chiamato in causa il tema dell’ esposizione delle banche statunitensi e di quelle europee verso la Russia, sollevando interrogativi sulla loro solidità complessiva e sulla capacità di fronteggiare questa imprevista avversità economica. Quanto alle banche europee, poi, nella stagione dei bilanci ormai in corso, uno degli interrogativi di base riguardava i riflessi sulla politica di distribuzione degli utili.

Un interrogativo plausibile, considerato il precedente dello scorso biennio, che, sotto l’impatto devastante della diffusione della pandemia da Covid  ’19, ha registrato l’adozione, prima, del blocco della distribuzione dei dividendi nel 2020 e, poi, di misure di contenimento percentuale nell’esercizio successivo. Misure, che, è bene ricordarlo, hanno creato, sul finire del 2020 e, poi, lo scorso anno, un’asimmetria sfavorevole nei confronti dei competitors bancari statunitensi, vista la mancata adozione oltre Atlantico di provvedimenti analoghi.

Ecco, perché, la settimana scorsa, i banchieri europei, nonostante la naturale preoccupazione per le conseguenze economiche del conflitto russo – ucraino, hanno potuto tirare un sospiro di sollievo, ascoltando le parole di Andrea Enria, Presidente del Consiglio di Sorveglianza della Banca Centrale Europea e in precedenza al vertice dell’Autorità Bancaria Europea, quando ha sottolineato come non sia previsto nel Vecchio Continente alcuno stop per la politica dei dividendi; mantenendosi, così, inalterata la stima di una loro distribuzione fino al  tetto del 50% degli utili realizzati nel 2021.

Enria, inoltre, nella stessa occasione ha esplicitamente ribadito che le misure di blocco e di contenimento della distribuzione dei dividendi, sperimentate nel recente passato, non fanno parte dello strumentario ordinario della supervisione della BCE. Una presa di posizione netta, in definitiva, che si basa sulla differente valutazione tra la situazione pandemica e quella attuale, classificata al rango di shock geopolitico gestibile e sulla considerazione che il rischio Russia non colpisce in modo uniforme l’intera platea delle banche europee; fermo restando, per esse, il caposaldo di ancorare la politica di distribuzione dei dividendi a piani di rafforzamento del loro capitale, basati su previsioni credibili e severi scenari avversi.

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