Cita William Shakespeare l’ex Presidente degli Stati Uniti Barack Obama per chiudere il suo discorso alla CoP26 di Glasgow sul clima e incitare all’azione, ma anche pazienza sul cammino di una soluzione “a lungo termine” dell’emergenza del surriscaldamento terrestre. Obama dal podio della conferenza internazionale ONU in corso in Scozia, si è richiamato a un passaggio dell’Otello chiedendosi retoricamente “Quale ferita si è mai guarita se non per gradi?“.
“Il pianeta – ha poi insistito l’ex Presidente Usa – è stato ferito dalle nostre azioni; e quelle ferite non saranno guarite oggi, domani, né dopodomani. Possono essere guarite solo per gradi” a patto che “tutti ci mettiamo al lavoro”. “Io – ha concluso – sono pronto a fare la mia parte a lungo termine se anche voi lo siete“.
“Il tempo sta scadendo: abbiamo fatto significativi progressi dall’accordo di Parigi ma dobbiamo fare di più”, sia “collettivamente che individualmente” – ha detto l’ex Presidente.
“E’ un decennio decisivo per evitare il disastro climatico”, ha ammonito, ricordando che “i cambiamenti climatici sono sempre più evidenti” – e sostenendo che – la lotta alla crisi climatica dovrebbe trascendere la normale geopolitica”.
“La riduzione dell’uso del metano – ha precisato Obama nel suo intervento – è la singola soluzione più veloce ed efficace”. L’allarme dei piccoli stati isolani, minaccia in prima fila dal surriscaldamento della Terra, è un po’ come quello un tempo nelle miniere di carbone dai canarini per segnalare fughe di gas e sciagure incombenti”.
“Tutti abbiamo un compito da svolgere e sacrifici da fare” – ha aggiunto Obama, che essendo cresciuto alla Hawaii si è definito egli stesso “un island kid“.