“Nessun abuso“. Alessia Pifferi, la madre in carcere da fine luglio con l’accusa di aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di soli 18 mesi, si difende con forza durante l’interrogatorio davanti al Pm di Milano Francesco De Tommasi. Si sta indagando in particolare su alcuni messaggi ambigui trovati nel cellulare della donna.
A fine ottobre il magistrato aveva avanzato una nuova accusa nei confronti della donna e di un 56enne bergamasco su uno scambio scritto che aveva messo in allarme la procura: ‘Voglio baciare anche lei’ e la replica della madre ‘Lo farai’.
Oggi la donna, che ha risposto alle domande, ha spiegato che con quell’uomo si è vista solo una volta a pranzo. Quanto alle altre frequentazioni occasionali, in cambio di regali, avrebbe sempre lasciato la piccola nell’altra stanza o comunque messo in atto ogni cautela nei confronti di Diana.
Dunque la piccola non avrebbe mai assistito a scene ‘hot’ e soprattutto mai è stata sfiorata da un uomo. Le analisi tecniche confermano l’assenza di immagini sospette, mentre si attende ancora la relazione autoptica sul corpo della piccola. Ad oggi ‘drogata’ con delle benzodiazepine, perché il pianto non disturbasse i vicini di casa, quindi morta di stenti nella sua culla dopo essere rimasta solo per sette giorni.
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