Omicidio Tarquinia: la confessione di Claudio Cesaris. “Non era premeditato”

Arriva la svolta nell’omicidio di Tarquinia dove ha perso la vita Dario Angeletti. L’assassino è Claudio Cesaris tecnico di laboratorio della stessa Università dove lavorava la vittima.

Stando a quanto riporta l’agenzia Agi, Claudio Cesaris ha ammesso di essere stato lui a sparare a Dario Angeletti, ma ha voluto anche dichiarare che non è stato un omicidio premeditato. Il gip di Civitavecchia ha convalidato il fermo dell’indagato, che attualmente si trova nel reparto di Medicina protetta dell’ospedale Belcolle di Viterbo.

Dario Angeletti era biologo dell’Università della Tuscia, ed è stato trovato morto nel tardo pomeriggio di martedì 7 dicembre dentro la sua Volvo V40. L’auto era parcheggiata nelle Saline di Tarquinia. 

L’omicidio di Tarquinia era parso subito un mistero in quanto dalle prime indagini non risultava ci fossero indizi che potessero dimostrare ne il delitto passionale ne tanto meno una resa dei conti. Ci ha pensato Claudio Cesaris ha spiegare tutto agli inquirenti. Pare infatti che Angeletti sia stato ucciso per gelosia. Cesaris pensava che il colelga avesse una relazione con la donna di cui lui era innamorato. In realtà la vittima stava aiutando la donna proprio a lìberarsi dalle troppe attenzioni di Claudio Cesaris.

Gli agenti che stanno ancora lavorando al caso hanno dichiarato: “Claudio Cesaris, sessantotto anni, avrebbe ucciso il biologo freddandolo nella sua auto, perché questo stava dando una mano a una collega perseguitata dalle sue attenzioni“. Sembrerebbe infatti che Cesaris si fosse fatto trasferire all’Università della Tuscia dopo che la stessa donna era stata trasferita dall’Università di Pavia.

L’automobile di Cesaris è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza che si trovano intorno al parcheggio dov’è stato trovato morto il docente di Viterbo e questo ha consentito alle forze dell’ordine di risalire al tecnico in pensione. Questa al momento sarebbe la ricostruzione più accreditata del movente da parte degli inquirenti, che però mantengono il massimo riserbo investigativo sull’omicidio di Tarquinia. 

L’interrogatorio per capire l’omicidio di Tarquinia

Continua l’interrogatorio di Claudio Cesaris che ha dichiarato al magistrato di turno di non aver premeditato nulla e “non ho seguito Dario Angeletti. Non c’è stato il pedinamento. A Tarquinia ci andavo spesso a passeggiare“.

Cesaris, che soffre di alcune patologie, si trova nel reparto di Medicina protetta dell’ospedale Belcolle di Viterbo in attesa di essere condotto in carcere. L’uomo vive in affitto a San Martino al Cimino, piccola frazione di Viterbo. I suoi vicini lo hanno descritto come “un tipo tranquillo, non hai mai dato segni di escandescenza o follia. Lo vedevamo che tornava a casa, la sera, con una station wagon nera e le attrezzature per il trekking, che amava particolarmente. CI ha raccontato che gli piaceva scalare.” Nessuno immaginava o sapeva che in realtà l’uomo fosse venuto ad abitare in queste zone perché stava stalkerizzando la donna che la vittima, Dario Angeletti, stava aiutando.

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