Dai vari studi relativi alla variante Omicron emerge che sembra provocare sintomi più lievi dopo un’incubazione più rapida. Rispetto alla variante Delta è sicuramente più contagiosa. Da un numero crescente di ricerche sembra inoltre che la variante Omicron ha maggiori probabilità di infettare la gola rispetto ai polmoni e questo secondo gli scienziati potrebbe spiegare perché sembra essere più infettiva ma meno mortale rispetto ad altre versioni del virus. Una serie di studi hanno evidenziato che Omicron, dopo i contagi, non danneggia i polmoni delle persone.
Deenan Pillay, professore di virologia presso lo University College di Londra, afferma: “Il risultato di tutte le mutazioni che rendono Omicron diversa dalle varianti precedenti potrebbe essere l’alterazione della capacità di infettare diversi tipi di cellule. In sostanza, sembra essere più in grado di infettare il tratto respiratorio superiore, le cellule della gola. Quindi si diffonderebbe lì più facilmente che nelle cellule profonde nel polmone. Il risultato è preliminare, ma gli studi puntano nella stessa direzione”.
I ricercatori del Molecular Virology Research Group dell’Università di Liverpool hanno pubblicato il loro lavoro che evidenzia che la variante Omicron causi: “malattie meno gravi nei topi”. Infatti le cavie sarebbero soggette ad una minore perdita di peso, avrebbero una carica virale più bassa e soffrirebbero di patologie meno gravi ai polmoni.
A risultati simili arrivano dagli scienziati del Neyts Lab dell’Università di Leuven, in Belgio, che hanno effettuato una serie di studi sui criceti. Invece uno studio scozzese si è soffermato sulla modalità con cui il virus penetra nell’organismo dei soggetti contagiati. La barriera rappresentata dal ciclo ordinario di vaccinazione viene scavalcata, ma la dose booster ripristina un elevato livello di protezione.