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Padova: stralciati gli atti anagrafici di 33 famiglie omogenitoriali. Le reazioni

La Procuratrice di Padova facente funzioni, Valeria Sanzari, ha preso una decisione che ha sollevato un acceso dibattito nella società italiana. 

La decisione presa da Valeria Sanzari riguarda la cancellazione di 33 atti anagrafici di famiglie omogenitoriali in base a un’interpretazione restrittiva della legge italiana. Secondo la sua posizione, solo i genitori biologici possono essere riconosciuti legalmente come genitori nei documenti anagrafici, escludendo il riconoscimento del genitore non biologico nelle famiglie omogenitoriali.

Questa decisione ha suscitato reazioni forti da parte delle organizzazioni LGBTQ+ e dei difensori dei diritti umani, che sottolineano come essa vada contro i principi di uguaglianza e non discriminazione. Sostengono che ogni genitore, indipendentemente dall’orientamento sessuale, dovrebbe essere riconosciuto legalmente come tale, garantendo protezione e diritti ai figli delle famiglie omogenitoriali.

Inoltre, molti esperti legali, mettono in discussione l’interpretazione restrittiva della legge proposta dalla Procuratrice Sanzari, sottolineando come essa contraddica i principi di uguaglianza sanciti dalla Costituzione italiana e da vari trattati internazionali.

Intervistata dall’ANSA, una delle mamme cancellate dalla vita giuridica del figlio, ha dichiarato: “Non si tratta solo di ripercussioni sulla vita sociale. Ma ripercussioni sulla propria identità, fino a prova contraria un diritto fondamentale. Un trauma personale in una fase delicata dello sviluppo, per il fatto di non avere più un fratello ed una mamma. Mi chiedo come possa un Tribunale di uno Stato che professa la tutela dei minori come una priorità, escludere che una bambina di 6 anni iscritta alla scuola primaria possa accusare un cambio di cognome, un fratello ed una mamma che nella forma smettono di essere famiglia. Sono queste le priorità del sistema giudiziario italiano? Con quale coraggio un collegio giudicante di genere femminile può pensare di pronunciare tutto questo? Io e le famiglie della scuola, la scuola stessa esprimiamo massimo sdegno“.

La cancellazione degli atti anagrafici delle famiglie omogenitoriali, rappresenta una violazione dei diritti fondamentali delle coppie dello stesso sesso e dei loro figli. Queste famiglie meritano di essere riconosciute legalmente e di avere accesso agli stessi diritti e protezioni di qualsiasi altra famiglia.

È essenziale che la legislazione italiana si adegui alle norme internazionali e riconosca pienamente i diritti delle famiglie omogenitoriali, inclusa la possibilità di riconoscere entrambi i genitori nei documenti anagrafici dei loro figli.

Il Sindaco di Padova, Sergio Giordani, ha dichiarato in merito: “Sono sereno e convinto delle scelte fatte. Dal 2017 trascrivo gli atti di nascita delle bambine e dei bambini figli di due mamme. È un atto di responsabilità verso questi piccoli perché non accetto il pensiero che ci siano bambini discriminati fin da subito, e appena nascono, nei loro fondamentali diritti. Lo abbiamo sempre tempestivamente comunicato alla Procura di Padova dopo ogni atto senza avere mai controdeduzioni. Ci sono momenti nei quali un sindaco è da solo con la sua coscienza e la Costituzione, e deve decidere nell’interesse primario di chi ha davanti, per me e ritengo per la Costituzione l’interesse di questi piccoli era quello da mettere al centro. C’è un vuoto legislativo gravissimo rispetto al quale il Parlamento dovrebbe legiferare; ma fino ad ora non lo ha fatto, lo hanno chiesto a gran voce molto colleghi sindaci anche di parti politiche diverse. Quello che dico alle forze politiche è di mettere da parte la battaglia ideologica e pensare solo ai bambini“.

Alessia Crocini, Presidente di Famiglie Arcobaleno di Padova ha dichiarato: “Come Famiglie Arcobaleno lotteremo accanto a questi genitori e non lasceremo nessuna azione intentata ma è bene che la società civile italiana si renda conto che c’è in atto una vera persecuzione dei bambini con due mamme o due papà e prenda una posizione chiara“.

Un altro passo indientro verso il riconoscimento dei diritti civili primari da parte del Governo Meloni. 

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