La riqualificazione energetica e la messa in sicurezza sismica sono i due punti fermi ineludibili attraverso i quali passa la valorizzazione del patrimonio immobiliare italiano.
Con questa consapevolezza anche il settore bancario e quello finanziario del nostro Paese sono chiamati a favorire il processo di efficientamento energetico e di “emissione zero” degli edifici con adeguate misure di intervento e sostegno.
In questa ottica è, pertanto, da accogliere positivamente la notizia della recente sottoscrizione del documento “Indicazioni metodologiche preliminari sulle modalità di valutazione dell’efficienza energetica e della qualificazione sismica degli edifici”.
Ampio il consenso riscosso da questo documento, come testimonia la sua sottoscrizione da parte dell’ABI, dell’ANIA, di Assovib, di Cassa Depositi e Prestiti e degli organi istituzionali delle categorie professionali più direttamente interessate: dagli architetti, ai geometri, agli ingegneri, agli agronomi, ai periti industriali, agrari, etc.
Qual è l’importanza sostanziale, in definitiva, di questo documento? Innanzitutto, fornire indicazioni operative coerenti ed adeguate in tema di valutazioni dell’efficienza energetica e della resilienza degli immobili ai fini dell’incidenza sul valore di mercato, con un occhio di particolare attenzione agli immobili del settore agricolo e agroindustriale.
Inoltre, offrire un bagaglio di informazioni utili ad aumentare la consapevolezza degli utenti sui benefici in termini economici, prodotti dalla riqualificazione energetica degli edifici. Aspetto indispensabile per accogliere e valutare adeguatamente il messaggio che un consistente risparmio dei costi di gestione di un immobile può tradursi nel tempo in un non trascurabile aumento del suo valore capitale.