Pedofilia: bimbo agganciato sui social, ma denuncia il molestatore

Pedofilia – Adescare persone e soprattutto bambini sui social è uno dei metodi più utilizzati dai pedofili.  In questo campo la tecnologia ha fatto grandi passi permettendo ai genitori di poter monitorare l’attività dei figli sui dispostivi elettronici. Questo avviene tramite l’ormai noto “Parental control”.

La storia di Mario (il nome è di fantasia), racchiude un po’ entrambi. Ha undici anni e come tutti i suoi coetanei si diverte a giocare con gli amici, guardare la tv e tenersi in contatto tramite smartphone. Il suo cellulare è costantemente controllato dai genitori, due liberi professionisti di Napoli.

Mentre il bambino stava giocando con il suo telefono, gli arriva una notifica da parte di un profilo che non conosce, ma la maniera in cui scrive la ricollega ad uno dei suoi amici. Nel testo del messaggio c’era scritto che dal momento che il suo amico aveva perso il cellulare, se poteva ridargli il suo numero di telefono.

Pedofilia, i fatti

Pochi minuti dopo gli arriva un messaggio con scritto “Come stai?“. A questo segue un secondo, con la richiesta di “toccarsi” e di mandargli poi il video. Il bambino, convinto si tratti dell’amico, gli dice di smettere di scherzare. Una volta capito che la situazione stava peggiorando, Mario blocca il numero, ma poi pensa che senza delle prove, i genitori lo avrebbero sgridato e così lo sblocca.

Subito dopo gli arrivano moltissimi messaggi dell’uomo e invece di andare dai genitori, entra nel panico. La notte, piangendo, racconta tutto alla madre che non lo sgrida, ma lo rassicura. Il giorno dopo scatta la denuncia. Passa il tempo, ma ancora nessuna novità da parte delle indagini. L’unica cosa che ha potuto fare il bambino, è avvertire gli altri compagnani di scuola. Il fascicolo è ancora aperto. 

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