Possibile tregua per corridoi umanitari, ma i tanks russi avanzano

Il Ministero  della Difesa russo ha annunciato la tregua per aprire corridoi umanitari.

Intanto la marcia russa sull’Ucraina continua in attesa di un terzo round di negoziati con Mosca. Si registrano  manifestazioni per la pace in molte città della Russia.

Ieri le sirene sono risuonate vicino a Kiev con un bilancio di 5 morti di cui 3 bambini e intorno al porto strategico di Mariupol, assediato e dove il Sindaco ha  denunciato  “attacchi spietati”.

Le forze russe sono a 32 chilometri dalla seconda maggiore centrale nucleare dell’Ucraina e nella tarda notte l’Ambasciatrice  americana all’Onu Linda Thomas-Greenfield ha fatto intendere che sarebbe nel mirino dei russi,  mentre a Zaporizhzhia gli ucraini lavorano sotto la minaccia delle armi delle Firze Speciali russe.


Non è, invece, avvenuta  la presa di Odessa, ma  i russi hanno stretto la morsa intorno a Mariupol.

Kiev afferma di avere distrutto almeno 39 aerei e 40 elicotteri russi dall’inizio dell’invasione e  il Pentagono fa sapere che Mosca ha già dispiegato in Ucraina il 92% delle forze, ma anche che Kiev, sebbene accerchiata, è in grado di resistere.

Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky insiste affinchè la Nato crei una no-fly zone e smentisce una sua fuga in Polonia, come insinuato da Mosca, facendosi riprendere nei suoi uffici di Kiev.

Intanto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, dice a Sky News Arabia che “l’operazione” –  come Mosca definisce l’invasione – “non punta a dividere l’Ucraina ma a trasformarla in un’area “smilitarizzata e libera dall’ideologia neonazista”.

Fiumi di profughi si dirigono verso le frontiere e una nuova riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu convocato per lunedì dovrà decidere come garantire i corridoi umanitari.

A Mosca, intanto, Putin oscura social e media e molti di questi lasciano la Russia. Diverse Federazioni sportive mettono al bando gli atleti russi e bielorussi, tra queste la Ginnastica e la Boxe che la crisi si allarghi a Georgia, Moldavia e perfino alla Bosnia. L’Occidente applica le sanzioni sui beni degli oligarchi.

Alla Nato di Bruxelles i Ministri  degli Esteri dell’Alleanza temono un rischio di invasione  anche per la Bosnia, la Moldavia e la Georgia.

Un carico di  armi è stato  consegnato  in Ucraina dagli Stati Uniti, mentre i bombardieri B52 americani, partiti dal Regno Unito, volano sui cieli del confine orientale della Nato, in un’esercitazione con le aeronautiche tedesche e della Romania.

 

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