Polemiche intorno alle parole di Ignazio La Russa sul premierato. A puntare il dito sono le opposizioni, Pd e Avs in testa, che accusano la seconda carica dello Stato di avere attaccato la presidenza della Repubblica. Le sigle di minoranza ne hanno inoltre chiesto le dimissioni, per mezzo di Bonelli dei Verdi.
Rispondendo ai giornalisti, al Senato nel corso della cerimonia dello Scaldino, rispetto all’ampliamento dei poteri del Capo dello Stato, La Russa ha affermato che l’elezione diretta del Presidente potrebbe ridimensionare l’utilizzo costante di questi ulteriori poteri con un effetto che sarebbe un atto di salute della Costituzione.
Il Presidente del Senato ha provato a precisare meglio quanto da lui inteso, ribadendo che il progetto di riforma costituzionale futura non modifica i poteri del Presidente della Repubblica.
La Russa crede che nessun potere costituzionale sarà minimamente intaccato, poiché nessun articolo sui poteri del Presidente verrà modificato. “Si può dire: c’è una Costituzione materiale ormai che attribuisce al Presidente poteri più ampi di quella che la Costituzione in origine prevedeva. E un’elezione diretta del presidente del Consiglio potrebbe ridimensionare l’utilizzo costante di questi ulteriori poteri. Non eliminarli, ridimensionarli“, queste le parole del Presidente del Senato.
Dopo le polemiche scaturite dalla sue dichiarazioni anche ad Atreju, La Russa è tornato parlare nel pomeriggio di oggi: “Colpa mia. Dimentico sempre che quando si parla di riforme bisogna stare attenti a chi non capisce per analfabetismo costituzionale o a chi fa finta di non capire per inveterata malafede. Oggi tutti i giornalisti presenti alla cerimonia dello Scaldino hanno capito bene, credo, le mie parole sul progetto di riforma costituzionale futura che non modifica i poteri del Presidente della Repubblica. Il totale rispetto verso il Presidente Mattarella è tanto ovvio quanto conclamato“.
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