Pressing degli USA su Israele per la fine della guerra

Continua il pressing degli Stati Uniti su Israele affermando che l’operazione militare nella Striscia di Gaza deve chiudersi intorno a fine anno. E’ la scadenza che l’Amministrazione  del Presidente Joe Biden ha indicato al Governo israeliano per concludere l’offensiva di terra su larga scala e passare a una fase più specifica della guerra contro Hamas, secondo quanto riferito dal New York Times.

Secondo l’Amministrazione Biden, questa nuova fase comporterebbe l’utilizzo di gruppi ristretti delle forze di élite israeliane che si sposterebbero dentro e fuori i centri abitati di Gaza, svolgendo missioni mirate per trovare e uccidere leader di Hamas, salvare ostaggi e distruggere tunnel.

Il Consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, secondo quanto rivelato ad Axios da due fonti Usa e israeliane ha dichiarato in un messaggio rivolto a Netanyahu che –  ”Il conflitto a Gaza deve spostarsi nella prossima fase di minore intensità nel giro di settimane non di mesi“.

Il pericolo di una catastrofe umanitaria ha convinto Washington che una diminuzione dell’intensità dei combattimenti farebbe calare il numero delle le vittime civili, permetterebbe più aiuti a Gaza e ridurrebbe il rischio di una guerra regionale.

Le fonti USA spiegano  che le parole di Sullivan non Devono essere interpretate come un ultimatum, perché e’ comprensibile che la campagna deve continuare e continuerà ma con una minore intensità.

Una risposta a queste rivelazioni sembra arrivare dalle dichiarazioni, pubbliche, fatte dal Premier  israeliano che ha detto che “i soldati israeliani non sono caduti per nulla, siamo determinati più che mai a combattere fino alla distruzione di Hamas e alla completa vittoria”.

Secondo i dati dell’Onu l’85% del 1,9 milioni di abitanti della Striscia è stato costretto a lasciare le proprie case e le vittime civili sono 18mila, secondo i dati del Ministero della Sanità di Gaza. Sullivan ha anche chiarito che  Biden vuole avviare un dibattito serio su quello che succederà dopo la guerra, perché aiuterebbe Washington a continuare a sostenere Israele.

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